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CRIMINALITÀ ORGANIZZATA

La Consulta della Legalità lancia l'allarme: «Mafia a Verona? Il rischio è alto»

L’operazione dei carabinieri della  Dia aveva  portato al sequestro di un capannone a San  Massimo
L’operazione dei carabinieri della Dia aveva portato al sequestro di un capannone a San Massimo
L’operazione dei carabinieri della  Dia aveva  portato al sequestro di un capannone a San  Massimo
L’operazione dei carabinieri della Dia aveva portato al sequestro di un capannone a San Massimo

È radicata sul territorio da decenni. Si presenta in «giacca e cravatta» ma non per questo è meno pericolosa e subdola, soprattutto in questo periodo di forte crisi economica. Per conoscere, riconoscere e dunque avere i mezzi per contrastare la criminalità organizzata e le infiltrazioni mafiose nelle imprese del veronese, è nata questa estate la Consulta della Legalità che si è riunita per la prima volta l’altro giorno. E ha già delineato il Progetto di Legalità che orienterà l’attività preventiva e formativa contro le infiltrazioni delle mafie nell’economia scaligera.

 

L’incontro, coordinato dalla Camera di Commercio di Verona, si è svolto da remoto e ha visto la partecipazione di circa una trentina di persone, tra rappresentanti delle associazioni imprenditoriali, dei consumatori, dei sindacati e dei professionisti, assieme ad Avviso Pubblico. I numeri, del resto, parlano chiaro e delineano una situazione da tenere sotto strettissimo controllo. Secondo i dati redatti da Avviso Pubblico, le mafie sono radicate nel veronese da molti anni, la ‘ndrangheta da almeno 30. Il tema del riciclaggio è sempre più d’attualità, come l’espandersi dell’attività corruttiva nei gangli dell’economia e della pubblica amministrazione. Usura e racket soprattutto in tempo di Covid 19 sono tra le attività a maggior tasso di sviluppo. L’agricoltura, lo smaltimento dei rifiuti, l’edilizia e il turismo sono i settori a maggior rischio sul territorio veronese. Nel primo semestre di quest’anno, secondo Bankitalia, sono state 845 le operazioni che possono celare forme di riciclaggio di denaro, finanziamento del terrorismo e uso di fondi provenienti da attività illecita. Il numero più alto tra le province venete. Sono cinque le aziende confiscate in provincia di Verona e 102 i beni confiscati alle organizzazioni mafiose, tra denaro, beni mobili, immobili e beni aziendali. 

 

Il servizio completo su L'Arena in edicola

Ilaria Noro

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