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SAN BONIFACIO

Inclusione dei disabili a Prova: esperienza-pilota con la coltivazione della lavanda

I ragazzi che hanno partecipato al Progetto Lavanda al Guarino Veronese DIENNEFOTOIl lavoro di coltivazione della lavanda nell’orto di Pressana
I ragazzi che hanno partecipato al Progetto Lavanda al Guarino Veronese DIENNEFOTOIl lavoro di coltivazione della lavanda nell’orto di Pressana
I ragazzi che hanno partecipato al Progetto Lavanda al Guarino Veronese DIENNEFOTOIl lavoro di coltivazione della lavanda nell’orto di Pressana
I ragazzi che hanno partecipato al Progetto Lavanda al Guarino Veronese DIENNEFOTOIl lavoro di coltivazione della lavanda nell’orto di Pressana

 A San Bonifacio l’inclusione profuma di lavanda: l’esperienza pilota che dalla primavera ha coinvolto una ventina di ragazzi, e che sta vestendo di lavanda la frazione di Prova, è pronta a diventare un laboratorio stabile in cui trasformare in prodotto le abilità diverse. Servono, però, donatori di terreno. Tutto è cominciato due anni fa quando gli operatori della Onlus Il paese di Alice, una sorta di seconda casa per una ventina di ragazzi diversamente abili, hanno proposto come nuova attività la coltivazione dell’orto e per coinvolgere davvero tutti, cioè anche i ragazzi costretti su una sedia a rotelle, l’orto è stato realizzato su cassoni.

 

L’idea della Onlus guidata da Stefania Solfa è piaciuta molto ad Annamaria Sterchele, assessore alle politiche sociali, che si è attivata per tessere una rete di relazioni che potesse far fare un passo in avanti a quell’attività e, al tempo stesso, assegnare anche al Comune, attraverso un contributo, un ruolo. Il partner individuato è stata l’associazione Amentelibera che si occupa di educazione ambientale ed animazione territoriale e che attraverso Tecla Soave ed Anna Corradini ha proposto di sviluppare l’orto inserendo la lavanda. Così, coinvolgendo l’Associazione veneta dei produttori biologici e biodinamici, l’orto su cassoni è cresciuto un po’ ed è stata piantumata la lavanda: non solo, ottenendo la possibilità di adottare le aiuole esterne alla sede del Paese di Alice, altre piante sono state messe a dimora lì. Prima, però, si è creato l’habitat ideale piantumando alcuni esemplari di Buddleja, meglio nota come albero delle farfalle, per farci arrivare questi affascinanti insetti.

 

C’è voluto poco perché i ragazzi fossero stregati dalla bellezza e dal profumo della lavanda tanto che il progetto ha fatto quasi naturalmente un altro passo in avanti: è stata organizzata così l’attività di taglio della lavanda e per godere appieno dell’esperienza lo si è fatto trasferendosi nell’ampio appezzamento della fattoria didattica Campagna grande, a Pressana. Il lavoro è poi proseguito negli spazi del Paese di Alice dove i fiori sono stati essiccati con l’idea iniziale di realizzare piccoli sacchetti profuma biancheria. Le strade, però, nella vita si incrociano ed è successo quando l’attività dei ragazzi di Prova ha intercettato una docente di chimica del polo liceale Guarino Veronese: impossibile per Antonella Frizzo non pensare che a scuola c’è un distillatore che poteva prestarsi benissimo a trasformare quei fiori essiccati in acqua di lavanda.

 

«Profumo di lavanda», una sorta di progetto nel progetto, è nato così ed i ragazzi non si sono tirati indietro anche se ciò ha comportato una ulteriore fase di lavorazione pre-distillazione. Poi, finalmente, i due pomeriggi ospiti della scuola dove, ad attenderli, i ragazzi del Paese di Alice non hanno trovato solo la professoressa Frizzo ma pure tre studentesse dell’ultimo anno che, avuta notizia dell’attività, si sono immediatamente messe a disposizione come volontarie. L’acqua di lavanda, due litri e mezzo distribuiti in boccette destinate ai ragazzi, è nata così ma l’esperienza è stata tanto entusiasmante che si pensa di renderla un laboratorio fisso. Servono, però, spazi che vadano oltre l’ultima aiuola conquistata qualche giorno fa dai ragazzi, cioè quella delle Poste di Prova.

Paola Dalli Cani

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