<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Il caso

L'ex legale veronese
di Ruby: «Silvio
la pagò 5 milioni»

Il caso
Verzini e Ruby
Verzini e Ruby
Verzini e Ruby
Verzini e Ruby

Sette anni dopo essere stato il legale di Karima El Mahroug, l’ormai ex Ruby rubacuori, Egidio Verzini, avvocato del foro di Verona e poi testimone nell’inchiesta Ruby ter, ha deciso in forza, a suo dire, di un «dovere etico e morale» di rinunciare al segreto professionale per rivelare che la marocchina avrebbe ricevuto da Silvio Berlusconi «un pagamento di 5 milioni di euro eseguito tramite la banca Antigua Commercial Bank di Antigua su un conto presso una banca in Messico» e, in particolare, 2 milioni «sono stati dati a Luca Risso», ex compagno, e tre «sono stati fatti transitare dal Messico a Dubai e sono esclusivamente di Ruby».

Un'«operazione», quella del presunto pagamento di Karima in cambio del silenzio sulle serate ad Arcore da minorenne, che, come dichiarato all’Ansa dall’avvocato Verzini, fu «interamente diretta dall’Avv. Ghedini con la collaborazione di Luca Risso». Dichiarazioni subito respinte al mittente dallo storico difensore del leader di FI.

«Sono totalmente destituite di qualsiasi fondamento - ha spiegato Ghedini - e saranno perseguite in ogni sede». Anche l’avvocato Federico Cecconi, che rappresenta l’ex premier nel processo Ruby ter, ha stigmatizzato «l’ennesimo, fantasioso e scomposto tentativo» da parte di Verzini «di cavalcare mediaticamente una vicenda processuale che non ha alcuna connotazione di illiceità». La stessa ragazza, attraverso i suoi legali Paola Boccardi e Jacopo Pensa, spiega di essere «attonita e sbalordita» e si riserva azioni legali contro la «fantasiosa ricostruzione». L’avvocato Verzini, che fu legale di Ruby tra giugno e luglio 2011 (il processo a Berlusconi, finito poi con un’assoluzione definitiva, era iniziato in aprile), comunicò dopo circa un mese che era «venuto meno il rapporto di fiducia» con Karima e lasciò l’incarico. Un paio di anni dopo raccontò che Ruby voleva «costituirsi parte civile», ma che c’erano «stati degli interventi esterni».

E in altre occasioni rilasciò dichiarazioni alla stampa parlando di «soldi» a Ruby e venne sentito dai pm nel caso Ruby ter per il quale Berlusconi è a processo, assieme ad altri 27 imputati, per corruzione in atti giudiziari. Ora il legale veronese tira fuori nuovi elementi, spiegando che la «operazione» prevedeva «in origine il pagamento» di 7 milioni «di cui 1 milione per me ed 1 milione per la persona incaricata da Ghedini di accompagnarmi nell’operazione». Verzini sostiene di aver proposto «una linea difensiva diversa (legale e non illegale) che prevedeva la costituzione di parte civile nei confronti di Emilio Fede e, al momento del pagamento, conseguente rinuncia». Proposta che venne «rigettata da Ghedini-Risso». Così mentre il legale Cecconi annuncia azioni legali nell’interesse di Berlusconi e contro le calunnie, Ghedini, la cui posizione nel Ruby ter venne archiviata, ribadisce che «mai vi sono stati contatti diretti o indiretti nè con l’Avv. Verzini nè con Luca Risso per far ottenere denaro a Karima el Mahroug nè tanto meno mai è stata prospettata l’ipotesi della costituzione di parte civile nel processo a carico di Emilio Fede che sarebbe stata comunque così come congegnata dall’Avv. Verzini una condotta antigiuridica». Verzini rincara la dose parlando dei 2 milioni per Luca Risso, con cui avrebbe comprato «il ristorante Sofia a Playa del Carmen, una villa a Playa del Carmen e un terreno edificabile sull’isola di Cozumel» e dei «3 milioni» fatti «transitare dal Messico a Dubai» per Ruby.

I pm milanesi, intanto, che hanno attivato in passato anche una rogatoria in Messico, già nell’imputazione indicano una «promessa» di 5 milioni da leader di FI alla ragazza, parlano di «versamenti su conti esteri» e di presunti intermediari non identificati. Verzini, tra l’altro, è nella lista testi dei pm e sarà convocato come teste nel processo.

Suggerimenti