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Dopo i test nell'acquedotto

Inquinanti nell'acqua
A Porta Palio
chiusa la centrale

Trovate tracce di Pfos nell'acquedotto veronese
Trovate tracce di Pfos nell'acquedotto veronese
Trovate tracce di Pfos nell'acquedotto veronese
Trovate tracce di Pfos nell'acquedotto veronese

Sostanze inquinanti oltre i livelli consentiti, chiuso una centrale della città.

Il 9 marzo, a seguito dei campionamenti di routine effettuati dall'Ulss di Verona, è emersa la presenza di una sostanza perfluoroalchilica (PFOS) nella centrale di Porta Palio, in una concentrazione, fa sapere Acque Veronesi, «di poco superiore ai livelli indicati dal ministero della Salute».

Dall’analisi effettuata, è risultato infatti un superamento di tre nanogrammi per litro (33 ng/litro rispetto i 30 ng/litro stabiliti dal Ministero della Salute). «Si precisa», spiega l'azienda, «che il superamento di una sola analisi ha di per sè scarso valore dal punto di vista della salubrità dell’acqua, tanto che la circolare emanata dall’Istituto Superiore della Sanità, organo competente in materia, e recepita dalla Regione Veneto, prevede di valutare il dato in maniera statistica (su più campioni e per un dato periodo). A scopo puramente cautelativo tuttavia, in accordo con Ulss, il pozzo e tutta la centrale di distribuzione sono stati immediatamente posti fuori servizio e la fornitura d’acqua per la zona Stadio è stata garantita dalle altre centrali presenti in città».

«Dai dati storici in possesso di Acque Veronesi», conclude il comunicato, «appare evidente che la falda che interessa l'approvvigionamento del sistema idrico di Verona non risulta essere compromessa».

 

INTERVIENE VENEZIA

Dalla Regione fanno sapere che «è stata riscontrata la presenza di solo pfos (acido perfluoottansulfonico) e non di altri elementi chimici della famiglia dei pfas (sostanze perfluoroalchiliche)».

L’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin comunica che l’Arpav è stata immediatamente allertata e si è subito attivata. «Dai primi elementi raccolti», aggiunge,  «l’Arpav esclude che possa esserci qualche collegamento con l’inquinamento da pfas nell’area di Trissino, nel vicentino».

Da parte sua l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto mette in evidenza che «anche in questo caso stiamo lavorando in totale collaborazione tra ambiente e sanità. Purtroppo abbiamo sviluppato una certa esperienza su questo fronte. Tutte le iniziative che risultassero necessarie per salvaguardare la salute pubblica saranno adottate con la massima celerità».

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