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E al bareto rispunta il manifesto di Bossi

Per la prima volta l’Ovidùri, il leghista del bareto - scrive la Olga - è in disaccordo con Salvini di cui tiene, non si sa ancora per quanto, un santìn nel portafoglio. «Me vien le bróse - ha detto - a pensàr che el rèdito de citadinansa, volùo dal grilìn Di Maio, el ghe vaga anca a dosentomila imigrati e a ondesemila nomadi che noaltri leghisti émo sempre visto come fumo nei òci». A dire la verità, l’Oviduri il sussidio non lo darebbe a nessuno perché, secondo lui, non va ai poveri ma agli scansafatiche e ai lavoratori in nero che glielo mettono in quel posto al fisco. Ma adesso che la platea dei beneficiari si è allargata a categorie su cui fino a ieri Salvini aveva sparato a zero, e per fortuna solo a parole, l’Ovidùri non ci sta e si chiama fuori. Il politologo Scoatìn dell’università di Cavaión gli ha fatto presente che Salvini, firmando il contratto di governo con i grillini, deve accettare anche le cose che gli vanno di traverso, ma lui ha replicato che se il contratto snatura la Lega costringendola al compromesso su temi «che erano il suo musso, pardòn, il suo cavallo di battaglia, è meglio che non si chiami più Lega e che sciolga tutti i suoi iscritti dal giuramento di Pontida. E ha fatto un esempio: «Se mi, cristiàn - ha detto - par sèrte conveniènse, i me costrénze a andàr a inzenociàrme in moschea, mando in mona le conveniènse». Al bareto c’è il ghanese Lulelè che, secondo il nuovo orientamento del partito di Di Maio, avrebbe diritto al reddito di cittadinanza. Lulelè è, tra l’altro, il compagno di briscola dell’Ovidùri. «Sia ciàro che mi no ghe l’ò con ti - gli ha detto il leghista - ma con Salvini che el rebàlta le carte in tàola solo parché ghe piàse star al governo e fàrse i selfi co’ la nutèla o la divisa dei pompieri o quela dei polisiòti, quando mi, al posto suo, avarìa zà molà tuto». Il politologo Scoatìn ha detto che il reddito di cittadinanza l’era ’na barzeléta fin dall’inizio e che adesso, dopo i tanti ridimensionamenti e gli ultimi sviluppi, va a finire che lo prendono solo i neri e i rom, sempre che Di Maio riesca a mettere in piedi i cosiddetti centri per l’impiego. Anche gli altri leghisti del bareto sono in rivolta contro Salvini ed è spuntato il manifesto di Bossi col dito medio alzato. Naturalmente contro Salvini. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Silvino Gonzato

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