<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
None

Critiche agli immigrati, all'Islam, alla Ue e al ministro Kyenge

Ignazio La Russa
Ignazio La Russa
Ignazio La Russa
Ignazio La Russa

«Non siamo moderati» avvisa Giorgia Meloni. Ma non serviva specificarlo. Lo si capisce subito, quando Marina Ruffoni, costituente veneta di Fratelli d'Italia, esordisce citando Ezra Pound: «Quello che ami non ti sarà strappato». Manuel Negri, di Progetto Nazionale, scavalca decisamente Flavio Tosi in leghismo d'antan parlando di «extracomunitari senza arte né parte che invadono le nostre coste chiedendo solo diritti e nessun dovere». E continua: «Gli immigrati non sono una risorsa perché lavorano in nero o non lavorano o si dedicano ad atti criminosi e le nostre carceri sono piene di extracomunitari che dovrebbero essere trasferiti nelle carceri dei loro paesi». L'europarlamentare di origine egiziana Magdi Cristiano Allam - giornalista convertitosi al cattolicesimo con papa Benedetto XVI e allontanatosi dalla Chiesa «troppo relativista e aperta all'Islam» di papa Francesco - lancia la sua crociata a difesa «della nostra civiltà da immigrazionismo, buonismo, relativismo e dall'invasione islamica che ingenuamente favoriamo con la proliferazione di moschee e luogo di indottrinamento, tanto che non esiste terrorista islamico che non abbia frequentato una moschea». E tra l'ovazione dei presenti, conclude: «Dobbiamo essere orgogliosi delle nostre radici giudaico-cristiane, non consentiremo che l'Italia diventi terra di conquista degli africani». Non delude le attese neanche l'avvocato ed ex ministro della Difesa Ignazio La Russa che, sfidando la logica, prima rivendica la decisa contrarietà della sua formazione politica ad ogni tipo di governo tecnico, e poi si chiede come mai «l'oculista» Cécile Kienge non sia stata nominata ministro della salute. E, sottolineando la propria contrarietà all'abolizione del reato di immigrazione clandestina, sostiene: «L'hanno fatta ministro dell'integrazione, materia che una persona di origine italiana gestirebbe meglio, solo per il colore della sua pelle». La Russa, che definisce «eurocritico» il partito di cui fa parte, sposa senza se e senza ma la richiesta di elezioni primarie nel centrodestra avanzata dal sindaco Tosi. «Uscimmo dal Pdl», ricorda l'ex colonnello di An, «proprio quando furono cancellate le primarie». E conclude: «Stiamo facendo uno sforzo enorme per una vittoria del centrodestra. Siamo aperti a tutti, a Storace, persino a Menia di Fli, ma non a Fini che è l'origine dei nostri guai, e siamo a disposizione di chiunque vuole unire e non dividere».E.S.

Suggerimenti