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finanziata da cariverona

Celiachia, ricerca
tra Verona e Ancona
I casi aumentano

Una foto emblematica della patologia celiaca
Una foto emblematica della patologia celiaca
Una foto emblematica della patologia celiaca
Una foto emblematica della patologia celiaca

Ha interessato 5.000 bambini tra i 5 e 10 anni il progetto di screening della celiachia nel bambino in età scolare coordinato dal prof. Carlo Catassi dell’Università Politecnica delle Marche e finanziato da CariVerona. L’indagine è stata condotta ad Ancona e a Verona.

Complessivamente sono stati invitati a partecipare 5.688 bambini attraverso una campagna informativa nelle scuole. Dei bambini contattati, 4.647 (82% dei soggetti invitati) hanno aderito e sono stati sottoposti alla prima fase dello screening, che ha riguardato la ricerca della predisposizione genetica. I bambini risultati positivi al test genetico (circa il 40% del campione arruolato, ovvero circa 1.900 bambini) sono stati ricontattati per la seconda parte del progetto che si è svolta negli ospedali di Ancona (Ospedale Salesi) e Verona (Fracastoro). Qui i bambini sono stati sottoposti a prelievo venoso per la ricerca degli anticorpi indicativi di malattia celiaca. Circa il 90% dei pazienti richiamati ha scelto di proseguire le indagini. Attualmente sono stati fatti 1.670 prelievi venosi, di cui sono disponibili ad oggi i risultati dei primi 1.263. Finora la diagnosi è stata confermata in 24 soggetti, 16 sono ancora in fase di accertamento, mentre in 14 la diagnosi non è stata confermata.

Dai dati disponibili e precedenti allo screening i soggetti che avevano una diagnosi nota di celiachia erano 18, mentre i nuovi casi sarebbero 40 se la diagnosi venisse confermata in tutti i casi in accertamento. I risultati del progetto disponibili fino a questo momento evidenziano una prevalenza della celiachia riscontrata dallo screening intorno all’1,6%, in aumento rispetto allo 0,38% riscontrato nell’indagine negli anni ’90. C’è anche un’elevata percentuale di casi che ancora sfuggono alla diagnosi perchè asintomatici o scarsamente sintomatici (circa il 70%).

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