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Cade con la moto e rimane ucciso

Giuliano Corradini
Giuliano Corradini
Giuliano Corradini
Giuliano Corradini

Era praticamente arrivato a casa, a Sant’Ambrogio di Valpolicella. La moto, una Triumph, era la sua compagna di viaggio da tempo perché Giuliano Corradini, 41 anni, figlio di imprenditori del settore del marmo e a sua volta impegnato nell’azienda di famiglia, era un appassionato di moto turismo. Ed era prudente. Ma l’altra notte una caduta gli è costata la vita. In un attimo. Stando ad una prima ricostruzione, si sarebbe immesso nella grande rotatoria che porta nel centro del paese ma non ha effettuato la curva, ha sbandato. Ed è andato dritto, forse si è sentito male, forse era stanco sta di fatto che dopo aver toccato il cordolo ha perso il controllo della moto ed è caduto. Corradini ha battuto il capo sullo spigolo del blocchetto di marmo che delimita l’aiuola e il piccolo marciapiede in pavet che circonda la rotatoria. Un solo colpo, fatale. La Triumph, senza più controllo, ha strisciato sull’asfalto per pochi metri. Non andava a velocità sostenuta, erano le due e mezza, forse era veramente stanco. È caduto in avanti ed è rimasto immobile, alcuni automobilisti hanno immediatamente chiamato Verona Emergenza che sul posto ha inviato l’ambulanza, e i carabinieri (sul posto sia i militari di Sant’Ambrogio sia i colleghi di Caprino Veronese), ma per il motociclista non c’era più niente da fare. Nonostante indossasse regolarmente il casco il colpo violento preso all’altezza del mento ha provocato la rottura dell’osso del collo. E il decesso è stato istantaneo. Gli accertamenti sulla corretta dinamica sono ancora in corso ma gli investigatori escludono che l’incidente possa essere stato provocato dall’interferenza di terzi, non è stato urtato e nessuno gli ha tagliato la strada. ENNESIMA TRAGEDIA. L’ennesima tragedia, l’ennesima morte di un motociclista. La penultima vittima risale a solo tre giorni fa, a mercoledì, quando Morris Basso, cameriere, che avrebbe compiuto 40 anni in ottobre, in sella ad uno scooter Aprilia stava andando a prendere il figlioletto a scuola. Non si è reso conto che davanti a lui un’auto era ferma in colonna sulla Gardesana, nel comune di Malcesine. È stato sbalzato di sella ed è finito nella corsia opposta mentre stava sopraggiungendo un pullman turistico che non è riuscito ad evitarlo, uccidendolo all’istante. Lotta per la vita invece il trentenne di Legnago che giovedì sera è caduto mentre era in sella ad una Kawasaky 1000. Stava percorrendo la Provinciale 46/C che collega San Pietro di Legnago ad Aselogna di Cerea, alcuni testimoni hanno riferito di averlo visto effettuare un sorpasso ma durante la fase del rientro ha perso il controllo della moto. È caduto, a causa della velocità è finito contro un parapetto in muratura che si trova sul ciglio di via Palazzina e infine è stato sbalzato ad alcuni metri di distanza. Ricoverato in ospedale le se condizioni sono gravissime. Sono gli ultimi due, ma l’elenco è spaventoso: 19 i motociclisti morti nel Veronese da inizio anni, 13 solo negli ultimi tre mesi. Disattenzione, velocità, stanchezza o mancato rispetto della precedenza sono le cause di cadute o scontri che nella maggior parte dei casi costano la vita ai motociclisti. Perchè in moto non si hanno protezioni. •

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