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Dopo l'atto vandalico

Ateneo, rimesso
a posto striscione
antirazzista

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Il nuovo striscione all'università (foto Perina)
Il nuovo striscione all'università (foto Perina)
Il nuovo striscione all'università (foto Perina)
Il nuovo striscione all'università (foto Perina)

La scorsa notte è stato danneggiato lo striscione antirazzista appeso fuori dal chiostro di via San Francesco, a Veronetta. Il banner, dei colori dell'arcobaleno, riportava un estratto dell'articolo uno dello statuto d'ateneo: «L'università promuove il plularismo delle idee e respinge violenza, discriminazione e intolleranza».

 

Un ignoto ha manomesso la scritta, tagliando le due lettere «re» della parola «respinge» e stravolgendo il significato dell'intera frase. L'ateneo veronese ha già fatto sostituire il cartellone con una copia che ora è rivolta verso l'interno del chiostro, e non più visibile dalla strada come si vede dalla foto.

 

Il banner era stato appeso sabato per aderire alla manifestazione «Siamo tutti esposti» promossa dalle associazioni Veronetta 129, Via XX Settembre Social Street e Le Fate onlus in occasione della Settimana di azione contro il razzismo e in concomitanza con la Giornata per l'eliminazione delle discriminazioni razziali che si celebra domani, giovedì 21 marzo.

 

Il gesto non è passato inosservato alla luce di un altro episodio di intolleranza accaduto la settimana scorsa, quando sono comparsi messaggi antisemiti dentro un bagno al primo piano del polo Zanotto. In quell'occasione il rettore aveva diramato una nota fra gli studenti e il personale dell'ateneo, esprimendo preoccupazione e indignazione. «La comunità universitaria», aveva scritto, «è solidale nel condannare simili assurde incitazioni all'odio, che rievocano uno dei periodi più bui della recente storia europea. L'ateneo si riserva di intraprendere tutte le azioni che si rendono necessarie per far cessare queste manifestazioni di intolleranza». Una dichiarazione condivisa anche dal Consiglio degli studenti. Solo ieri mattina il rettore ha ribadito la propria preoccupazione «per un clima generale di chiusura rispetto al dibattito su temi di varia natura». L'accostamento era a un'altra iniziativa che richiama il pluralismo, lanciata da professori e ricercatori del dipartimento di Scienze umane e appoggiata dallo stesso Sartor, ossia il «manifesto» firmato che prende le distanze dal Convegno mondiale delle famiglie di fine marzo. I docenti contestano come antiscientifiche molte delle tesi proposte dalle associazioni che organizzano il convegno e hanno raccolto oltre 660 sottoscrizioni dai colleghi di ogni settore di ricerca come segnale per la città intera, in forza alla funzione pubblica svolta dall'università.

Laura Perina

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