<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La sentenza

«Arcigay diffamata»
Gandolfini, condanna
in Tribunale


La sentenza
A sinistra, Gandolfini
A sinistra, Gandolfini
A sinistra, Gandolfini
A sinistra, Gandolfini

Il Tribunale di Verona in composizione monocratica ha condannato questa mattina Massimo Gandolfini, portavoce del Comitato «Difendiamo i nostri figli» e fra gli organizzatori del Convegno della Famiglie di Verona, per aver diffamato Arcigay. Il giudice, spiega in una nota l’associazione, ha condannato Gandolfini, per l’art. 595 del codice penale, comma 1 e 2, a quattro mesi di reclusione, convertiti in una sanzione pecuniaria di 30mila euro, e a una provvisionale di 7 mila euro per l’associazione e 3 mila euro per l’allora presidente, Flavio Romani, più il pagamento delle spese processuali e al risarcimento del danno. «I fatti a cui la sentenza fa riferimento avvennero nel 2015, quando durante un intervento pubblico Gandolfini sostenne che tra le 58 identità di genere approvate da Arcigay e tra cui era possibile optare su Facebook per connotare il proprio profilo, vi fosse anche la pedofilia», spiega Arcigay.

«Ancora una volta un esponente del mondo ultraconservatore viene condannato per la sua condotta nei confronti delle persone e delle associazioni lgbti», commenta Gabriele Piazzoni, segretario generale Arcigay. «Pochi mesi fa Pillon veniva condannato a Perugia, oggi Gandolfini fa il bis a Verona. Questa condanna ci dice molto sulla modalità che i patron del Family Day usano per affermare le proprie idee, cioè la diffamazione. Con molta soddisfazione oggi diciamo nuovamente che giustizia è fatta e che continueremo a difendere in ogni sede la dignità e l’onorabilità delle persone lgbti. Un ringraziamento sentito all’avvocata Rita Nanetti, che con grande competenza ci ha assistiti in questa vicenda», conclude Piazzoni.

Suggerimenti