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BOVOLONE

Venti alberi abbattuti dalle raffiche

Valle del Menago Gli alberi abbattuti dal fortunale di giovedì FOTO DIENNE FOTO
Valle del Menago Gli alberi abbattuti dal fortunale di giovedì FOTO DIENNE FOTO
Valle del Menago Gli alberi abbattuti dal fortunale di giovedì FOTO DIENNE FOTO
Valle del Menago Gli alberi abbattuti dal fortunale di giovedì FOTO DIENNE FOTO

Uso creativo del legno delle piante abbattute dal fortunale dell’altra sera e una nuova progettualità nella piantumazione futura, che tenga conto del mutamento climatico. Sono le due carte sulle quali punta la Gea onlus, che ha in gestione il Parco Valle del Menago, all’indomani degli ingenti danni da maltempo subiti anche dal polmone verde. I volontari sono già al lavoro per consentire l’accesso ai viali ai visitatori in sicurezza. Le forti raffiche di vento dei due temporali di questa settimane, il primo lunedì sera e il secondo giovedì, hanno abbattuto complessivamente una ventina di piante ad alto fusto del parco che si estende su 40 ettari. Otto piante sono state sradicate nel principale viale di accesso, caratterizzato da un doppio filare di altissimi pioppi cipressini.

L’intento dichiarato dei responsabili di Gea Onls è di uscire dal momento critico con iniziative che rilancino l’attività del Parco. L’abbattimento ha costretto, martedì e venerdi mattina, i volontari di Gea Onlus ad un intervento straordinario per liberare il viale dagli alberi caduti e pericolanti. I volontari sono impegnati a mettere in sicurezza i percorsi pedonali interni che sono molto utilizzati. Si tratta di alberi messi a dimora una trentina di anni fa, con un apparato radicale piuttosto superficiale: il mutamento climatico di questi anni, caratterizzato da periodiche bufere di vento, hanno messo in evidenza tutta la fragilità di queste piante.

Quelle rimaste in piedi si trovano su un terreno smosso e tutto lascia presagire che sono a rischio caduta. La Gea onlus però intende far di calamità virtù: «Ora», dice Paola Nadali presidente di Gea onlus, «abbiamo bisogno di tempo per riparare i danni ma ciò non ci impedisce di pensare al futuro. Le idee non ci mancano e le metteremo in cantiere a fine estate. I grossi alberi abbattuti ci hanno messo a disposizione parecchio legname, sono tronchi ideali per realizzare sculture. In autunno potremmo organizzare un corso per aspiranti intagliatori e scultori del legno, magari sotto la guida di qualche scultore che voglia tramandare ai giovani la sua arte oppure organizzare una esibizione di scultori e sculture per abbellire il parco. Dovremmo inoltre pensare a come compensare le perdite subite, piantumando nuovi alberi, non più pioppi cipressini ma puntando su alberi più adatti al nuovo clima in grado di resistere alle forti folate di vento».•.

Roberto Massagrande

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