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Vasto giro di cocaina Pusher resta in carcere

Uomo sniffa cocaina
Uomo sniffa cocaina
Uomo sniffa cocaina
Uomo sniffa cocaina

«Mi servivano soldi perchè avevo perso il lavoro ed ero in difficoltà». Così Kamal Radouani - il marocchino di 25 anni, pluripregiudicato, irregolare e senza fissa dimora, finito in carcere mercoledì scorso al termine di una complessa indagine anti-droga condotta dai carabinieri di Minerbe - ha cercato di giustificare, nell’interrogatorio di garanzia svoltosi nella casa circondariale scaligera davanti al gip Paola Vacca, il vasto giro di cocaina che era arrivato a gestire tra l’Adige Fratta e il Colognese. Un traffico che, come è emerso dagli accertamenti tecnici svolti sui cellulari sequestrati allo spacciatore lo scorso 25 settembre quando venne arrestato a Bevilacqua mentre era in procinto di tuffarsi nel fiume Fratta con cinque grammi di coca, attirava clienti in arrivo anche dal Sambonifacese, dal Vicentino e dalla Bassa padovana. Centinaia di consumatori abituali che, come nel caso di un muratore residente in un piccolo centro dell’Adige Guà, ordinavano «bamba» con una frequenza impressionante, anche ogni due giorni, «sniffandosi» gran parte dello stipendio. Tossicodipendenti tra i 23 e i 55 anni, spesso al di sopra di ogni sospetto, che ora dovranno cambiare fornitore. Al termine dell’udienza di convalida, il giudice ha disposto infatti che il giovane, arrestato cinque volte tra l’ottobre del 2018 e la fine di gennaio perlopiù per reati di droga, rimanga in cella. Intanto, emergono particolari sull’attività ad ampio raggio di Radouani, che tra i suoi clienti annoverava diversi «colletti bianchi», tra cui imprenditori nel campo della ristorazione, industriali e dirigenti d’ufficio, oltre ad artigiani, infermieri e persino qualche studente. Le testimonianze dei consumatori più assidui - convocati nelle scorse settimane in caserma dopo essere stati smascherati dai tabulati telefonici da cui sono emersi oltre mille contatti in nove mesi - ha permesso agli uomini del maresciallo Simone Bazzani di chiudere l’indagine sfociata nell’ordinanza di custodia cautelare a carico del 25enne. Radouani, per evitare di venire intercettato dalle forze dell’ordine, non solo si spostava rigorosamente da solo. Ma dava appuntamento per le consegne sempre in posti diversi anche se non necessariamente isolati. Ed era così guardingo che, spesso e volentieri, adottava la strategia di cambiare all’improvviso anche due-tre volte il luogo stabilito per l’incontro. Dirottando il cliente di turno, al suo arrivo, in tutt’altro posto. Accorgimenti che non sono però bastati al 25enne ad evitare l’ennesimo arresto. Nel frattempo, il giudice ha disposto la restituzione al proprietario - un 67enne di Veronella - delle chiavi della Fiat Stilo rubata su cui si spostava Radouani. Sotto sequestro sono finiti invece il giubbino, il cellulare e il bilancino rinvenuti nell’utilitaria rintracciata a Crosare di Pressana. •

Stefano Nicoli

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