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Vaccini esauriti, monta la protesta

Vaccinazione antinfluenzale: a Legnago le dosi sono esaurite
Vaccinazione antinfluenzale: a Legnago le dosi sono esaurite
Vaccinazione antinfluenzale: a Legnago le dosi sono esaurite
Vaccinazione antinfluenzale: a Legnago le dosi sono esaurite

Scorte di vaccino anti-influenzale già esaurite a Legnago. La campagna avviata dai medici di base della città del Salieri per ridurre, a fronte dell'avanzata del Coronavirus, la diffusione delle febbri stagionali ha dovuto subire una battuta d'arresto temporanea. Dopo aver somministrato, a partire dallo scorso 19 ottobre, oltre 1.500 dosi contro l'influenza ad altrettanti pazienti ultrasessantenni, gli otto professionisti che, in collaborazione con le Penne nere del capoluogo e la Croce verde, avevano trovato gli spazi disponibili per vaccinare i loro assistiti nella baita alpina dell'ex macello comunale di via San Francesco sono stati costretti a sospendere la profilassi già programmata. In soli sette giorni, tanti quanti è stato operativo l'ambulatorio allestito nella struttura municipale, tutte le fiale fornite dalla Regione attraverso l'Ulss 9 Scaligera sono andate infatti esaurite, costringendo i vari medici a ricontattare i propri assistiti già prenotati per effettuare l'iniezione. Questa situazione ha indispettito più di qualche utente, visto anche il crescere dei contagi legati al Coronavirus, dal momento che gli esperti ritengono il vaccino contro l'influenza un baluardo in più contro l'estensione della pandemia da Covid 19. Gli stessi medici non hanno gradito il fatto di dover «congelare» la profilassi, visto che hanno programmato per questa campagna anti-influenzale la vaccinazione di cinquemila persone a rischio. «Purtroppo», sottolinea Roberto Maggioni, uno dei medici di base aderenti al progetto avviato nella baita alpina, «a fronte di una fornitura di dosi molto simile a quella dell'anno scorso ci siamo trovati alle prese con una platea di utenti da vaccinare ben più ampia, visto che le autorità sanitarie hanno esteso la somministrazione di dosi agli ultra 60enni. Da parte nostra ci eravamo dati da fare per tempo, visto che una campagna vaccinale simile non si programma dall'oggi al domani». Maggioni evidenzia: «L'esaurimento delle fiale a nostra disposizione non solo ha fatto arrabbiare diversi pazienti, ma ha costretto pure noi al doppio lavoro, visto che abbiamo dovuto contattare telefonicamente tutti i nostri assistiti per cancellare le vaccinazioni già in agenda». Eppure la campagna anti-influenzale era iniziata a gonfie vele, visto che alla baita erano affluite, nelle prime giornate del progetto, in media 250 persone al giorno. «Nel mio caso», prosegue Maggioni, «a fronte di 330 dosi somministrate ai miei assisti me ne rimangono da vaccinare altri 150-200».Quindi il medico annota: «Se non ci forniscono al più presto nuove dosi è chiaro che dovremmo riprogrammare una quota consistente di vaccinazioni. I responsabili di queste forniture forse non si rendono conto del disagio generato da tale situazione, sia a noi che agli utenti». Dal canto suo, l'Ulss 9 Scaligera fa sapere che provvederà quanto prima a rifornire i professionisti delle dosi necessarie per proseguire la campagna vaccinale. «La consegna di ulteriori quantitativi ai medici del territorio gestita dal dipartimento di Prevenzione dell'Ulss 9 assieme alla Regione», assicura in una nota l'Azienda sanitaria, «verrà programmata quanto prima, in base alla disponibilità». L'Unità locale socio-sanitaria registra con favore il «boom» di utenti vaccinati in città. «L'esaurimento dei primi quantitativi», prosegue la nota, «è un fattore positivo, poiché conferma che l'adesione alla campagna di prevenzione da parte della popolazione è elevata, in particolare da parte dei soggetti più a rischio». La Scaligera conclude con un «ringraziamento ai medici di medicina generale ed ai pediatri di libera scelta per il servizio reso attraverso la somministrazione dei vaccini ai loro assistiti». •

Fabio Tomelleri

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