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Universitaria diventa «europarlamentare»

Noemi Bressan a Bruxelles
Noemi Bressan a Bruxelles
Noemi Bressan a Bruxelles
Noemi Bressan a Bruxelles

A 20 anni veste i panni di un’europarlamentare ungherese e partecipa ad una seduta simulata dell’Europarlamento per provare a modificare alcuni aspetti del controllo e della gestione dei flussi migratori alle frontiere dell’Unione Europea. Noemi Bressan, studentessa di Veronella iscritta al secondo anno di Giurisprudenza a Padova, ha vissuto un’esperienza formativa molto significativa a Bruxelles, grazie ad un progetto dell’Associazione Diplomatici in collaborazione con l’Eastwest European Institute. «Mi sono iscritta su internet a questa iniziativa perché volevo conoscere maggiormente le istituzioni europee e scoprire se nell’ambito dell’UE esistono occasioni lavorative che potrei sfruttare una volta completato il mio percorso di laurea», spiega Bressan. La giovane ha passato una selezione telefonica nella quale doveva sostenere un colloquio in inglese su temi di attualità. Una volta superato questo scoglio, ha ottenuto una borsa di studio di 250 euro e ha potuto seguire un corso di aggiornamento via web sulle istituzioni europee e sulla Nato. Si è imbarcata ai primi di novembre con altri ragazzi italiani (unica veronese, ndr) su un aereo da Milano Malpensa, con destinazione Bruxelles, e ha alloggiato in un hotel poco lontano dall’Europarlamento. Durante la permanenza in Belgio Noemi ha conosciuto inoltre numerosi politici e funzionari appartenenti all’Unione Europea e alla Nato. Gli incontri più significativi sono stati quelli con l’ambasciatrice serba Ana Hrustanovis, che ha parlato delle opportunità e delle questioni riguardanti l'ingresso di nuovi Paesi membri, e il presidente della Conferenza dei Presidenti di commissione Antonio Tajani. Durante la simulazione della seduta dell'Europarlamento, i 92 giovani italiani presenti sono stati suddivisi per nazione e per partito di appartenenza, in modo da rispecchiare il più possibile la suddivisione reale del consesso europeo. «Dovevo sostenere in modo credibile le posizioni del mio partito, il PPE, e difendere gli interessi dell’Ungheria: non è stato facile», ricorda Noemi. Alla fine, dopo una giornata di confronti e trattative, l’assemblea è riuscita a trovare una linea comune e ad emendare l’articolo 18 di Frontex (Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera). Una volta rientrata in Italia, Noemi ha una nuova consapevolezza: «Abbiamo conosciuto un’Unione Europea diversa da quella che ci raccontano, vicina ai giovani, ricca di opportunità innovative e di ambienti lavorativi molto stimolanti», osserva. «Non escludo di svolgere un giorno uno stage a Bruxelles e di provare, una volta laureata, a costruirmi una carriera nelle istituzioni europee», afferma la giovane, che ora ha ripreso a studiare per laurearsi. •

Paola Bosaro

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