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Un neonato salvato in extremis alla sagra

L’ambulanza della Croce Berica in servizio alla sagra di Carpi
L’ambulanza della Croce Berica in servizio alla sagra di Carpi
L’ambulanza della Croce Berica in servizio alla sagra di Carpi
L’ambulanza della Croce Berica in servizio alla sagra di Carpi

Attimi di terrore, domenica sera a Carpi di Villa Bartolomea, per una giovane mamma ed il suo piccolo di appena un mese che ha rischiato di morire soffocato, a quanto pare, da un rigurgito. Solo la prontezza di riflessi della donna e la provvidenziale presenza di un’ambulanza della Croce Berica - che stava prestando servizio alla sagretta della Madonna della Cintura allestita a pochi metri dalla casa di via Manzoni dove la ragazza di origine marocchina vive con il marito ed il loro primogenito nato il 29 luglio scorso - hanno evitato che una tranquilla serata di fine estate si trasformasse in tragedia. Erano le 20.30 quando la neo mamma, che si trovava da sola in casa, si è accorta che il piccolino, invece di dormire sereno nella culla dopo essere stato allattato, aveva iniziato ad agitarsi. Nel giro di qualche istante, il bambino sembrava non respirare più. Il tempo di realizzare che qualcosa non va ed il neonato è già cianotico. In preda al panico, la mamma lo alza dal lettino. Si rende conto che non c’è un minuto da perdere e corre disperata in strada per chiedere aiuto ai soccorritori che aveva visto arrivare poco prima in supporto ai volontari della sagra. Il neonato, che nel frattempo ha perso conoscenza, viene portato immediatamente sull’ambulanza dove il personale - tre istruttori formati, due dei quali in Blsd (Basic Life Support and Defibrillation) - inizia a praticare le manovre di disostruzione e rianimazione. Sul piazzale, intanto, sono in pochi ad accorgersi di quanto sta accadendo. L’orchestra prosegue il suo spettacolo e molte coppie sono già in pista a ballare ignare del dramma che in un istante avrebbe potuto consumarsi, gettando per sempre nella disperazione una giovane famiglia. «Il piccolo», racconta un soccorritore, «era in arresto respiratorio e di lì a poco sarebbe subentrato quello cardiaco. Una manciata di minuti in più e il bambino, con ogni probabilità, non ce l’avrebbe fatta. È stata proprio una fortunata coincidenza che ci trovassimo sul posto e che la giovane abbia avuto la destrezza di raggiungerci subito. In questi casi, ogni minuto che passa significa perdere il 10 per cento di possibilità di sopravvivenza». Grazie al tempestivo soccorso, il neonato ha subito ripreso a respirare. Monitorato con tutte le accortezze del caso, e stretto tra le braccia amorevoli della sua mamma ancora sotto choc, il bambino, che non è in pericolo di vita, è stato poi trasportato in ambulanza all’ospedale «Mater Salutis» di Legnago dove i medici lo hanno visitato e sottoposto ad osservazione nell’unità operativa di Pediatria. Stando a quanto riferito dalla madre nei concitati momenti nei quali è corsa verso l’ambulanza per chiedere aiuto, il piccolino aveva appena terminato la poppata senza problemi. Solo dopo essersi accertata che tutta l’aria ingurgitata insieme al latte fosse stata espulsa, la madre lo aveva disteso nuovamente nella culla. Un accorgimento che purtroppo non è stato sufficiente ad evitare un pericoloso rigurgito. «Pur con una lunga esperienza alle spalle», rivela il volontario del soccorso, «una volta a casa abbiamo faticato tutti a prendere sonno. La vicenda ha avuto un lieto fine, ma quando si tratta di neonati, magari come in questo caso minuti, occorre la massima attenzione nel praticare le manovre. Non va dimenticato che, proprio per l’importanza della tempestività dei soccorsi, rimane fondamentale che tutti i genitori, così come il personale delle scuole, siano in grado di eseguire correttamente le manovre di disostruzione pediatrica». «A questo scopo», conclude il soccorritore, «è nostra intenzione, non appena ne avremo la possibilità, riproporre nuovi corsi rivolti alla popolazione e agli asili». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Elisabetta Papa

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