<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Tutti sulla groppa del «Leone» Intesa sul monumento venetista

Andrea SavoiaIl Leone di San Marco collocato all’ingresso di Oppeano
Andrea SavoiaIl Leone di San Marco collocato all’ingresso di Oppeano
Andrea SavoiaIl Leone di San Marco collocato all’ingresso di Oppeano
Andrea SavoiaIl Leone di San Marco collocato all’ingresso di Oppeano

È tempo di autonomia regionale, è tempo di sentirsi veneti. Tutti vogliono salire in groppa al «Leòn». E Albaredo non fa eccezione. Da qualche anno ormai si parla di partiti «liquidi», non più fortemente caratterizzati da ideali distintivi e da una militanza volontaria e risoluta nel carattere e negli obiettivi. Quello che sta accadendo ad Albaredo in questi giorni è uno specchio dei tempi, oppure è una prova di nuove alleanze partitiche in vista delle elezioni comunali, che si terranno il prossimo anno. È giunta in questi giorni in municipio la richiesta dell’ex vicesindaco – ai tempi del leghista Paolo Menegazzi – Andrea Savoia di costruire in via Roma un monumento ispirato ai fasti della Serenissima Repubblica. Il fatto che una persona che porta curiosamente (e senza alcun legame di parentela, ndr) il cognome della famiglia che regnò in Italia dal 1861 al 1946 proponga di esaltare il simbolo veneto per eccellenza sembra uno scherzo del destino. Ma se si aggiunge a questa coincidenza una riflessione sulla formazione politica di Savoia, la vicenda appare ancora più strana. Il geometra albaretano, infatti, è conosciuto da tutti come esponente della destra moderata, più vicino agli eredi della Dc piuttosto che alle «serenissime» gesta dei secessionisti saliti sul tanko in piazza San Marco. Per questo il fatto che la proposta arrivi da lui appare piuttosto bizzarra. Savoia ha presentato al Comune una domanda preceduta da una lunga introduzione che riporta i fatti salienti della storia della Repubblica di Venezia, fino ai moti insurrezionali del 1848 e alla breve e tragica vicenda di Daniele Manin. Ha allegato un rendering fotografico del monumento che a suo parere dovrebbe essere innalzato, ispirato alle colonne con il leone di San Marco, erette in varie città dal governo della Repubblica veneziana fra Quattrocento e Cinquecento. Il geometra si è rifatto in particolare al leone marciano presente in piazza delle Erbe, a Verona. Nelle intenzioni dell’ex amministratore, «El Leòn» servirebbe a rappresentare «il simbolo della nostra identità di veneti e della storia del Veneto». Savoia si offre di lavorare gratuitamente per il progetto. L’indipendentista doc Roberto Bissolo, che cinque anni fa uscì polemicamente dalla Lega di Albaredo e certificò la sua «veneticità», ricusando la cittadinanza italiana, è basito: «L’idea del monumento a Venezia era mia, e ne avevo già parlato con il sindaco alcuni mesi fa, comunque non posso che esserne felice». Dulcis in fundo, fra gli estimatori del leone di San Marco figura anche il sindaco Giovanni Ruta. Cresciuto nell’area di An, poi passato a Forza Italia, tre anni fa aveva fatto cancellare la scritta «Terra Veneta» dalle due insegne in marmo all’ingresso del Comune, sostenendo che «la pietra di benvenuto non deve contenere slogan partitici». Oggi, invece, risponde così alla richiesta di Savoia: «L’idea è interessante. È un simbolo istituzionale che rappresenta la nostra Regione e che avevamo già intenzione di valorizzare». •

Paola Bosaro

Suggerimenti