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LUI STRONCATO DA UN INFARTO, LEI RIMASTA SENZA FARMACI

Tragedia a Cerea: muore il figlio che l'accudiva, la madre lo segue poche ore dopo

La casa in cui è avvenuta la tragedia
La casa in cui è avvenuta la tragedia
La casa in cui è avvenuta la tragedia
La casa in cui è avvenuta la tragedia

Il cuore sobbalza quando il silenzio dei propri cari è troppo lungo. Così deve essere saltato nel petto, l’altra sera, a Gianluca Rossetti quando, dopo molti messaggi e chiamate allo zio Claudio, non ha ricevuto parola, né risposta, nulla. Il silenzio quando è tanto si traduce nella paura che sia successo il peggio e allora si corre là dove nessuno risponde, segretamente sperando che quello che si teme sia solo un timore, che il silenzio nasca da altro. Invece.

Il nipote e la tragedia Quando Gianluca Rossetti da casa sua in via Paride è arrivato a casa dello zio Claudio Rossetti e della nonna Pasqua Guerrer, in via Carducci 3, a Cerea, gli è bastato un secondo per capire tutto, per valutare che la tragedia era successa. Lo zio Claudio, 67 anni, era morto, ancora seduto sul divano con la tv accesa, e morta era anche la nonna Pasqua, 93 anni, distesa ai piedi del letto dove trascorreva notte e giorno. L’anziana, malata, incapace di reggersi da sola in piedi, ha avuto il tempo di un disperato tentativo di attirare l’attenzione del figlio Claudio che, insolitamente, non le rispondeva più, che non accorreva alla sua chiamata per assisterla. Si è sporta dal suo letto, è caduta ed è morta.

Morti quasi insieme Il medico legale che ha esaminato madre e figlio, ha potuto solo compilare il modulo di due decessi per cause naturali. Claudio Rossetto sarebbe morto per infarto, improvvisamente, probabilmente tra il pomeriggio e la sera di lunedì scorso; la madre Pasqua è spirata forse nella notte tra lunedì e martedì. La donna non poteva reggere, a quanto si sa dalle prime informazioni, alla mancanza delle sue medicine, farmaci di cui si occupava suo figlio Claudio, nelle dosi e negli orari giusti. Così, non avendo più risposta da lui, ha tentato di raggiungerlo ma è scivolata. Nel cadere, la signora si è anche procurata un piccolo taglio alla testa ma non pare essere questa la causa del decesso, piuttosto un crollo anche del suo cuore, un arresto del suo fisico già molto provato.

Le giornate torride Il magistrato di turno, Mauro Leo Tenaglia, non ha disposto l’autopsia sulle due salme e i familiari ne possono già disporre per i funerali. La scoperta della morte dei due è avvenuta mercoledì sera, a due giorni dal decesso, probabilmente a poche ore l’uno dall’altra. Il caldo di questi giorni, specie di lunedì e martedì scorsi, ha purtroppo ridotto le due povere vittime come se fossero decedute da molti più giorni.

La scena più triste Allertato il 118, in via Carducci sono accorse le ambulanze e i carabinieri della stazione di Cerea, col comandante Antonio Catalano, e del Nucleo operativo e Radiomobile di Legnago, coordinati dal luogotenente Mauro Tenani. Anche per tutti loro - per i soccorritori, per i carabinieri - la scena è stata penosa. Triste all’inverosimile. Come se i due fossero avulsi dal mondo. A volte si muore urlando e forse allora qualche vicino o un passante si può allarmare, tentare di scongiurare il peggio. Altre invece è il silenzio il messaggero. Come in questo caso. Sul quale tutti sono rimasti senza parole, inerti e impotenti. Il carro funebre li ha portati alle celle mortuarie dell’ospedale di Legnago, in attesa dei funerali.

Soli ma insieme Madre e figlio vivevano insieme. Lei aveva la pensione. Lui non lavorava più ma si occupava personalmente della sua mamma malata, una scelta non facile ma a volte rassicurante per un anziano che così può rimanere nella sua casa, tra i suoi affetti. Non c’erano badanti o assistenti ad aiutare Rossetti e Guerrer e nemmeno, a quanto risulta, i servizi sociali comunale a sorreggerli. Forse Claudio Rossetti voleva proprio così: stare loro due senza nessuno. Si erano sempre arrangiati. Come succede in tante famiglie, a loro modo felici e infelici (come scrisse lo scrittore russo Tolstoj) soli ma insieme, non isolati comunque dai parenti ma certamente un nucleo stretto e difficile da sradicare da abitudini e luoghi. Uno dei due, il figlio, era più forte, in ragione dell’età, dell’altra, la novantenne Pasqua. Eppure è mancato per primo Claudio, trascinandosi con sé la vita della sua mamma. In due, nel silenzio più profondo che esista.

Daniela Andreis

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