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Sepolture abusive? «Inamovibili»

Cimitero di Cerea: l’area delimitata dalla  siepe è destinata a sepolture di persone di altre confessioni
Cimitero di Cerea: l’area delimitata dalla siepe è destinata a sepolture di persone di altre confessioni
Cimitero di Cerea: l’area delimitata dalla  siepe è destinata a sepolture di persone di altre confessioni
Cimitero di Cerea: l’area delimitata dalla siepe è destinata a sepolture di persone di altre confessioni

Che fine faranno le diciassette salme dei mussulmani non residenti a Cerea seppellite illegalmente nei mesi scorsi, in piena emergenza Covid-19, nel cimitero del capoluogo? Per ora resteranno a riposare dove si trovano, e non è escluso che sarà così ancora a lungo. Per procedere con l’estumulazione straordinaria e il successivo spostamento in altro luogo, occorre infatti che siano i parenti a farne richiesta poiché il Comune non può, in questo caso, assolutamente agire in autonomia. Tutto ha avuto inizio nei giorni scorsi quando, a seguito di alcune verifiche, l’amministrazione ha rilevato la presenza di anomalie nella gestione delle sepolture. Il regolamento comunale di polizia mortuaria prevede che nei campisanti di Cerea possano essere sepolti a terra solo i residenti o chi muore nel territorio comunale. Nei casi in questione, questo fatto non si è verificato. Tutte le salme erano di nazionalità marocchina e provenivano da Comuni fuori provincia, in alcuni casi anche da altre regioni. Agenzie e onoranze funebri erano in possesso dei certificati di sepoltura rilasciati dai Comuni di residenza dei defunti e i congiunto avevano anche regolarmente pagato i servizi cimiteriali per procedere alla sepoltura a Cerea. Gli uffici comunali ceretani però non avevano rilasciato nessuna autorizzazione. Nonostante ciò, all’arrivo del feretro, tutto era già stato predisposto per la sepoltura a terra. Il Comune ha deciso di avviare un’indagine interna per venire a capo della situazione e presentato un esposto ai carabinieri di Cerea. «Vogliamo sia fatta piena chiarezza su questa vicenda», dicono il sindaco Marco Franzoni e l’assessore al Patrimonio Stefano Brendaglia, «e che vengono accertate eventuali responsabilità rispetto ai protocolli che regolamentano il servizio di polizia mortuaria». Nel frattempo, un dipendente del Comune è stato trasferito ad altra mansione in via cautelativa. Resta da chiarire il motivo per cui negli ultimi mesi le sepolture di stranieri, di altre confessioni, si siano concentrate proprio a Cerea. A fare chiarezza è Graziano Milani, titolare di un’agenzia funebre islamica a Sermide (Mantova). Anche la sua ditta ha infatti usufruito del campo santo di Cerea per effettuare alcune sepolture. «Molti Comuni purtroppo non sono attrezzati con un’area dedicata alle sepolture di defunti di religione non cristiana», spiega Milani. «e il blocco dei voli dovuti al Covid-19 impediva i trasferimenti a Casablanca, capitale del Marocco, per il rimpatrio delle salme». Di fronte a questo ostacolo, si è sparsa la voce, tra gli addetti ai lavori, che a Cerea c’era un’area del cimitero per la sepoltura di appartenenti ad altre religioni. «Ci sono Comuni dove accettano anche non residenti», sottolinea Milani, «nel caso di Cerea, non sapevamo che questo non fosse consentito e non c’era stato detto, noi ci siamo adoperati secondo quello che c’è stato indicato dall’incaricato comunale». In Comune vorrebbero che le salme fossero spostate da Cerea, ma non sarà affatto semplice. «Tra estumulazione straordinaria, produzione di documenti e rimpatrio della salma in Marocco, si possono superare tranquillamente i 5mila euro, sono i famigliari del defunto a doverne fare richiesta», conclude Milani. •

Francesco Scuderi

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