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Semaforo di Volpino, rivolta contro le multe

Il semaforo di Volpino dotato di Velocar è finito al centro delle proteste dei residenti di Zimella DIENNE
Il semaforo di Volpino dotato di Velocar è finito al centro delle proteste dei residenti di Zimella DIENNE
Il semaforo di Volpino dotato di Velocar è finito al centro delle proteste dei residenti di Zimella DIENNE
Il semaforo di Volpino dotato di Velocar è finito al centro delle proteste dei residenti di Zimella DIENNE

Cittadini in rivolta contro il semaforo «macinamulte» di Volpino, località divisa a metà tra Zimella e Arcole. Il Velocar con telecamera, installato sul semaforo all’intersezione tra via Crosara (Strada provinciale 38) e le vie XIII Maggio e Motte Godi dall’amministrazione comunale di Arcole, sta registrando centinaia di infrazioni. E la polizia locale è impegnata da metà marzo, da quando cioè l’apparecchiatura è entrata in funzione, a comminare sanzioni e a decurtare punti sulle patenti ai trasgressori. In sei mesi le violazioni sono state ben 700, vale a dire in media 116 al mese e quasi 4 al giorno. Com’era già accaduto due anni fa ad Albaredo, quand’era stato installato un dispositivo su uno dei semafori di via Serega per sanzionare chi passava con il rosso, la rivolta dei multati non si è fatta attendere. «Ci sentiamo vessati da una scelta del Comune di Arcole volta più a far cassa che a migliorare la sicurezza della viabilità», sostiene l’ex consigliere comunale di Zimella Giorgio Scarsetto, «pizzicato» per due volte dal Velocar e costretto a pagare quasi 300 euro di multa e a perdere 12 punti sulla patente. Il problema è che i più «tartassati» non sono i residenti di Arcole, Comune nel quale è situato il semaforo, bensì quelli di Volpino e di Santo Stefano, che percorrono via Crosara per raggiungere il posto di lavoro. «La scelta della posizione del Velocar è stata geniale», ironizza Scarsetto, che ha scritto al sindaco di Arcole una lettera di protesta e ha chiesto di vedere tutta la documentazione relativa all’apparecchio di rilevamento. «Il dispositivo, infatti, è posizionato al confine con il Comune di Zimella, in modo da tormentare quasi esclusivamente gli abitanti di Santo Stefano, Volpino e Bonaldo, che per motivi di lavoro transitano anche quattro volte al giorno su quella strada». Un altro cittadino di Zimella, Rolando Fiorio, rivela: «Ho l’ansia ogni qualvolta affronto quell’incrocio semaforico. Finora ho preso una sola multa ma sono convinto che la durata dell’arancione sia troppo breve per consentire agli automobilisti di arrestarsi in tempo utile a non far scattare il rosso», afferma. «Io mi reputo una persona piuttosto prudente, non sono certo uno che viola le norme del codice della strada. Per questo mi vengono molti dubbi, anche perché ad esempio i T-Red si sono rivelati un sistema truffaldino». L’automobilista Giulio Lunardi ha battuto ogni record. In soli tre mesi ha collezionato ben 10 infrazioni. Non solo ha prosciugato il proprio portafoglio per pagare le contravvenzioni (fortunatamente nel suo caso pari a 55 euro l’una), ma ha pure terminato i punti sulla patente, perciò deve farsi accompagnare in auto da altri fino a che non avrà sostenuto un nuovo esame alla scuola guida. Lunardi percorre via Crosara più volte durante il giorno per andare a lavorare e dice di non essere mai passato con il rosso. «Il guaio è che non sono riuscito a fermare le ruote dell’auto prima della linea di arresto. L’ho scoperto quando gli agenti della polizia locale mi hanno fatto vedere le fotografie», riferisce. «Per vent’anni ho lavorato come camionista e non ho mai beccato una sanzione, questo significa che non sono uno spericolato e non infrango le regole. Qui c’è bisogno di una protesta collettiva», propone. I multati, infine, ritengono che l’incrocio semaforico non fosse così pericoloso da richiedere l’installazione di una telecamera per la rilevazione delle infrazioni. Di tutt’altro avviso il sindaco di Arcole Alessandro Ceretta e il comandante della polizia locale Barbara Garzon. «Il fatto che siano state comminate così tante multe è la dimostrazione che quell’incrocio non viene attraversato con la necessaria prudenza», ribatte Ceretta. «Sono stati gli abitanti del quartiere residenziale a chiederci un intervento perché non riuscivano ad immettersi in sicurezza in via Crosara». «Anche se con questo sistema non è possibile sanzionare chi supera i limiti di velocità, possiamo comunque misurarla e ci capita di rilevare il passaggio di alcuni conducenti ad oltre 100 chilometri orari, dove il limite è 50», spiega il comandante Garzon. La quale poi aggiunge: «La durata della luce arancione è di quattro secondi, mentre il ministero dei Trasporti impone un minimo di tre». Il sindaco rispedisce al mittente pure le accuse di voler far cassa: «Noi ci teniamo alla sicurezza, abbiamo dimostrato in questi anni di riuscire a realizzare opere pubbliche senza aver bisogno di tartassare i cittadini». •

Paola Bosaro

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