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Scoperto focolaio di influenza aviaria in un allevamento

Un allevamento di tacchini
Un allevamento di tacchini
Un allevamento di tacchini
Un allevamento di tacchini

L'aviaria torna a far paura tra gli allevatori di polli e tacchini del Veronese. Nei giorni scorsi il servizio veterinario dell'Ulss 9 Scaligera ha riscontato il virus della temibile influenza in un allevamento nogarese dove si trovavano circa 60mila tacchini ormai pronti per la macellazione. In poche ore i veterinari hanno ordinato l'abbattimento di tutti i capi presenti nel sito produttivo stabilendo anche la distruzione delle carcasse. Una ditta specializzata è quindi intervenuta per sterminare i tacchini tramite l'inserimento forzato di anidride carbonica nei capannoni pieni di animali. Ad accorgersi che qualcosa non andava sono stati gli stesso allevatori, che nei giorni precedenti avevano rinvenuto un numero insolito di capi morti all'interno dei capannoni. In un primo momento sembrava che si trattasse di un soffocamento dei tacchini dovuto magari all'affollamento, ma poi la continua moria ha suggerito l'intervento dei veterinari che hanno raccolto alcuni campioni. Le successive analisi hanno purtroppo evidenziato la presenza del virus dell'aviaria, che in passato ha seminato il terrore, con ingenti perdite, anche nel comparto avicolo scaligero. L'azienda in questione era già stata colpita dall'aviaria nel 2021 e anche in quella circostanza tutti i tacchini furono soppressi nel giro di qualche giorno. Anche in questo caso, per gli allevatori il danno economico è notevole visto che per la seconda volta consecutiva tutti i capi sono stati soppressi e ora dovranno attendere almeno sei mesi prima di poter nuovamente reintrodurre i pulcini nella speranza di evitare un nuovo contagio. La notizia del focolaio scoperto a Nogara ha messo in allarme tutti gli operatori del settore che gestiscono allevamenti nei Comuni limitrofi e pure nella vicina provincia di Mantova. Il timore è che non si tratti di un caso isolato e che quindi altri allevamenti possano essere colpiti dalla malattia. Nel frattempo, tutte le aziende agricole che allevano polli e tacchini hanno rafforzato le misure di sicurezza chiudendo gli accessi ad altri volatili selvatici, considerati il vettore principale del virus, ma anche impedendo l'ingresso alle strutture a personale estraneo adottando un severo protocollo sanitario per preservare i capi dal contagio. •.

Riccardo Mirandola

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