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Scoperta maxi truffa sul carburante

L’intervento della Guardia di Finanza di Padova nel deposito di carburanti di via Quari destra DIENNEFOTO
L’intervento della Guardia di Finanza di Padova nel deposito di carburanti di via Quari destra DIENNEFOTO
L’intervento della Guardia di Finanza di Padova nel deposito di carburanti di via Quari destra DIENNEFOTO
L’intervento della Guardia di Finanza di Padova nel deposito di carburanti di via Quari destra DIENNEFOTO

Maxi blitz della Guardia di finanza di Padova ieri mattina a Cologna Veneta per mettere fine ad una truffa sul carburante che andava avanti da un paio d’anni. Un volume d’affari di 433 milioni di euro, ben 95 milioni di euro di Iva evasa e 410 milioni di litri di carburante sfuggiti al Fisco. Sono solo alcuni dei numeri che danno la dimensione dell’operazione «Pizza fuel» che da tempo vede impegnato il Nucleo di polizia economico finanziario della Guardia di finanza patavina nelle indagini culminate ieri nella città del mandorlato. Nel Comune in riva al Guà le Fiamme Gialle, con tanto di elicottero, hanno posto sotto sequestro il deposito di carburante della «Energy group» in via Quari destra, nella zona artigianale all’ingresso di Cologna provenendo da Pressana. Complessivamente sono stati oltre cento i militari, appartenenti a diversi reparti della Finanza, che su disposizione della Procura di Padova hanno effettuato 20 perquisizioni tra le provincie di Padova, Milano, Lodi, Verona, Roma, Terni, Napoli e Caserta. Ma non solo. I militari hanno notificato infatti anche quattro provvedimenti di custodia cautelare. Agli arresti sono finiti due imprenditori padovani, i fratelli Rino e Andrea Bellan, e altri due soggetti attivi nell’hinterland di Napoli. Nel mirino delle Fiamme Gialle anche altre 12 persone coinvolte a vario titolo nella frode all’Agenzia delle entrate in quella che si configura come un’associazione a delinquere dedita alle frodi fiscali nel campo della commercializzazione di carburante per veicoli. In tutto, gli i indagati sono 16. Attraverso la gestione di 13 imprese «filtro» e «cartiere» sparse in vari stati dell’Unione Europea e in Italia, formalmente intestate a prestanome, l’organizzazione in tre anni ha venduto a circa un centinaio di clienti nazionali (tra depositi commerciali e impianti stradali di distribuzione carburanti ndr), 410 milioni di litri di carburante eludendo l’Iva. Una frode per la quale il Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Padova ha emesso un provvedimento di sequestro di beni mobili e immobili per 95,4 milioni di euro. Stando a quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, tramite l’apporto determinante dei fratelli Bellan, titolari del deposito di Cologna, il carburante proveniente dalla Slovenia veniva poi venduto, con numerosi passaggi di fatture false, a centinaia di clienti, depositi commerciali e pompe di benzina, in Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo e Campania. Ieri, a Cologna, i finanzieri hanno proceduto al sequestro preventivo di decine di autobotti cariche di carburante e messo i sigilli al deposito petrolifero. Sono stati bloccati anche immobili e disponibilità su rapporti bancari societari. «Lo sforzo operativo nel particolare settore d’intervento», afferma in una nota il Comando provinciale della Guardia di finanza di Padova, «è finalizzato a disarticolare la filiera distributiva del carburante illecitamente introdotto sul territorio nazionale. Tutto ciò per ristabilire il corretto funzionamento del mercato a tutela degli operatori onesti, che altrimenti ne verrebbero estromessi perché non in grado di confrontarsi con i prezzi competitivi determinati dal vantaggio fiscale della frode all’Iva». •

Francesco Scuderi

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