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Sale lo smog, slitta il blocco stradale

Il divieto installato lo scorso anno in via Lungo Bussè
Il divieto installato lo scorso anno in via Lungo Bussè
Il divieto installato lo scorso anno in via Lungo Bussè
Il divieto installato lo scorso anno in via Lungo Bussè

Il Coronavirus non abbatte l'inquinamento a Legnago. E il Comune, per il momento, non blocca i veicoli più inquinanti. Gli oltre due mesi di «lockdown» della scorsa primavera, con l'azzeramento del traffico sia sulla viabilità interna che sulle principali vie di comunicazione tra il capoluogo della Bassa ed il resto del territorio, hanno inciso in minima parte sulla concentrazione di polveri sottili (Pm10) nell'aria respirata dai legnaghesi. Le rilevazioni della centralina dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Veneto (Arpav) installata in via Togliatti, a Casette, da gennaio ad oggi hanno evidenziato 41 giornate in cui la concentrazione media giornaliera di Pm10, prodotte dalla combustione dei motori a scoppio ma anche dai camini delle industrie e dai riscaldamenti domestici, è stata superiore alla soglia legale di 50 microgrammi per metro cubo d'aria. Le norme nazionali in materia ambientale fissano in 35 il numero massimo di giornate in cui può avvenire tale sforamento. I superamenti registrati finora, pertanto, non si discostano da quelli dei primi nove mesi del 2019, quando le giornate da «bollino rosso» registrate a Legnago dall'Arpav furono 44. La qualità dell'aria, 12 mesi fa, peggiorò addirittura nel periodo tra ottobre e dicembre. Tanto che l'anno si chiuse con 60 giornate di sforamento, facendo guadagnare a Legnago la «maglia nera» di centro più inquinato tra i cinque monitorati dall'Arpav. L'agenzia regionale, oltre alla città del Salieri, controlla costantemente Giarol Grande e Borgo Milano, a Verona, San Bonifacio e Bosco Chiesanuova. Per quel che concerne la situazione attuale, Legnago, con i suoi 41 giorni di superamento, si trova alle spalle di San Bonifacio, che ne ha collezionati ben 51, e a Borgo Milano, che ne ha totalizzati 44 mentre a Giarol Grande, sempre nel capoluogo scaligero, le giornate oltre il limite sono state 40. Come nel 2019, Bosco Chiesanuova ha l'aria più «limpida», con appena due giornate sopra il limite. Per Legnago, le condizioni favorevoli dell'estate, con una maggiore ventilazione, hanno «congelato» l'incremento delle giornate con Pm10 elevate, tanto che il numero delle giornate di sforamento è rimasto invariato a 41 per oltre quattro mesi. Decisive, da qui alla fine dell'anno, saranno le condizioni atmosferiche: negli anni scorsi in questo periodo si sono registrate le impennate di Pm10. Se la Regione, tenendo conto dell'emergenza Covid scoppiata in primavera, ha deciso di spostare al prossimo primo gennaio i divieti di circolazione delle auto con motore diesel Euro 4, Palazzo de' Stefani, pur avendo partecipato in videoconferenza al Tavolo tecnico zonale (Ttz) assieme agli altri Comuni veronesi, ha stabilito di non applicare, a partire da oggi, nemmeno l'ordinanza «anti-smog» volta a tenere in garage dal lunedì al venerdì i mezzi a benzina da Euro 0 ad Euro 1 e quelli diesel fino ad Euro 3. Tale provvedimento, invece, è stato regolarmente applicato a Verona «Ci sono ancora tanti aspetti da approfondire su questa tematica», ha sottolineato il sindaco Graziano Lorenzetti subito dopo la riunione del Ttz, «e di certo non siamo pronti a partire con queste misure il primo di ottobre». «Durante il lockdown», prosegue il primo cittadino, «abbiamo avuto la riprova che le polveri sottili non si sono drasticamente ridotte con la diminuzione del traffico. Piuttosto, è necessario intervenire sugli impianti di riscaldamento». «Lo stop ai mezzi più vecchi», rimarca Nicola Scapini, assessore alle Attività economiche, «sicuramente non agevola quelle famiglie che, per questioni di risorse personali, non sono in grado di acquistare un veicolo nuovo. Oltretutto, un minor afflusso di auto in centro penalizzerebbe negozi, esercizi pubblici ed aziende di servizi della parte storica della città». •

Fabio Tomelleri

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