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LEGNAGO

Ricaricavano i cellulari, si lavavano e riempivano taniche al cimitero: denunciati

I vigili indagano sui furti di corrente e di taniche d’acqua al camposanto della frazione
Il cimitero di San Vito dove sono state rilevate intrusioni
Il cimitero di San Vito dove sono state rilevate intrusioni
Il cimitero di San Vito dove sono state rilevate intrusioni
Il cimitero di San Vito dove sono state rilevate intrusioni

E proprio il caso di dire che non c’è più religione. Almeno secondo la liturgia cristiana che considera i cimiteri luoghi sacri. Non bastassero, infatti, i frequenti furti di rame, fiori, e suppellettili, che si registrano tra le tombe in tutta la Bassa, così come le razzie nelle auto di visitatori in preghiera sulle lapidi dei propri cari, ora al camposanto c’è chi ricarica il cellulare, fa scorta di acqua potabile e addirittura si lava. È quanto si sta verificando al cimitero di San Vito di Legnago, che serve anche il vicino quartiere di Porto, dove da qualche tempo i familiari dei defunti, al pari dei custodi dell’area, hanno notato un viavai di giovani stranieri apparso inizialmente sospetto. Anche perchè non entrano al camposanto per deporre un fiore o fare un saluto ai propri morti sepolti altrove.


A svelare il motivo di quei movimenti anomali è stato uno degli operatori incaricati dalle cooperative che hanno in gestione i quattro cimiteri cittadini per conto del Comune. L’addetto ha infatti notato che alcuni marocchini collegavano i loro telefonini alle prese di corrente utilizzate abitualmente dai manutentori della struttura. E poi, una volta recuperate le tacche esaurite, uscivano tranquillamente. Tuttavia, finora, non è stato possibile fermare i ladri di corrente. E sono partite così le segnalazioni in municipio. Nel frattempo, la stessa abitudine, sommata a quella di riempire taniche d’acqua dai rubinetti interni e di fare toilette spogliandosi anche completamente, non è passata inosservata ad alcuni visitatori, che hanno avvisato le forze dell’ordine. Non tanto per il valore economico dell’anomalo «bottino» bensì per una questione di decoro e di rispetto per i morti oltre che per ragioni di sicurezza. La questione è stata subito affrontata dalla responsabile dei servizi cimiteriali comunali, che ha sporto denuncia contro ignoti al comando della polizia locale.


Sono scattate così le indagini da parte degli uomini del comandante Luigi De Ciuceis, che hanno già effettuato sopralluoghi al cimitero di San Vito. E che, d’ora in avanti, di concerto con l’amministrazione, intensificheranno i controlli non solo nell’area cimiteriale di sinistra Adige ma anche nelle altre tre presenti in città. A cominciare da quella di San Pietro dove, in più di un’occasione, i visitatori hanno notato uomini bivaccare a lato di uno dei blocchi di loculi costruito nell’ala nuova e trasformato in dormitorio di fortuna.
Per evitare altre intrusioni, sia di giorno che in orario notturno, ma anche per cercare di individuare i responsabili, gli agenti stanno pensando di servirsi di telecamere mobili.

 

Intanto, è partita la comunicazione di reato alla Procura di Verona. Il fenomeno è già noto e monitorato dal Comune. «Purtroppo», sottolinea Luca Falamischia, assessore alla Sicurezza, «quello che avviene al cimitero è l’epilogo di una situazione di disagio e illegalità incancrenita, legata principalmente all’immigrazione clandestina, che stiamo cercando di contrastare con varie azioni, dagli sgomberi alla chiusura delle fontane nei parchi per evitare che i balordi di turno si denudino davanti a mamme e bambini per lavarsi, come è accaduto. Anche se il problema va risolto a livello nazionale». «Qui non si parla infatti», aggiunge, «solo di indigenza e di persone bisognose, che in città possono usufruire di una rete di assistenza. Bensì di soggetti che non rispettano le regole, disturbano e spesso delinquono creando problemi di sicurezza». 

Stefano Nicoli

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