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Riapre il Punto di primo intervento

L’insegna del Punto di primo intervento rimasta oscurata fino a ieri
L’insegna del Punto di primo intervento rimasta oscurata fino a ieri
L’insegna del Punto di primo intervento rimasta oscurata fino a ieri
L’insegna del Punto di primo intervento rimasta oscurata fino a ieri

Ha riaperto i battenti, seppur a mezzo servizio, il Punto di primo intervento dell’ospedale «San Biagio», in via Vicentini a Bovolone . Sarà in funzione soltanto 12 ore su 24, dalle 8 alle 20, dopo una chiusura temporanea durata 102 giorni a causa dell’emergenza legata al coronavirus, scattata lo scorso 20 marzo. Infermieri e medici che ne garantiscono il funzionamento hanno ripreso servizio dai primi di luglio, dopo aver lavorato al Pronto Soccorso dell’ospedale «Mater Salutis» di Legnago durante tutta la fase acuta della pandemia. Il Punto fornisce cure e assistenza per prestazioni di mmedia e lieve gravità, mentre un’ambulanza è sempre pronta a trasferire a Legnago pazienti in codice rosso. Quanto operava a pieno regime contava 14mila accessi all’anno, una quarantina al giorno. Tuttavia, nella cittadina del mobile, sono ancora in pochi ad essere a conoscenza del ripristino del servizio finito al centro di accese proteste dopo la sua soppressione temporanea. Gli stessi consiglieri comunali sono stati informati dal sindaco Emilietto Mirandola il 3 luglio, quando il primo cittadino ha preso la parola in sala civica dopo la lettura di una mozione accompagnata da raccolta di firme online che ne chiedeva la riattivazione. Nel suo intervento, il primo cittadino ha rassicurato che non appena superati i problemi dovuti alla carenza di personale il Punto di primo intervento tornerà a pieno regime. Primi firmatari della mozione i consiglierei del M5S Michele Perazzani e Enrico Scipolo, Chiara Tessarolo del Pd e l’indipendente Enzo Buratto, ex lista Mirandola Sindaco, oggi esponente di un nuovo gruppo politico, Primo Piano, che ha mosso i primi passi lo scorso gennaio. Ci sono poi voluti altri otto giorni perché anche ai passanti fosse chiaro che il servizio era tornato in funzione. I teli di nylon che coprivano l’insegna posta all’ingresso e i cartelli stradali durante la chiusura sono stati infatti tolti ieri mattina, dopo le critiche e le proteste pubblicate sulle pagine Facebook dai consiglieri del M5S. «Dopo 10 giorni dalla mezza riapertura», si leggeva in un post di Perazzani, «le insegne del Punto di primo intervento sono ancora coperte da sacchi della spazzatura e non è stato messo nessun avviso sulla semi riapertura né sul sito dell' Ulss né su quello del Comune». Tuttavia, non tutta l’opposizione ha firmato e votato la mozione. Alessandro Minozzi, della Lega, ha qualificato l’iniziativa «di natura politica e strumentale» e così pure tutta la maggioranza che fa capo a Mirandola. La sospensione temporanea e la riapertura in sordina hanno fatto intanto crollare gli accessi. «Occorre vigilare poichè le chiusure di reparti e servizi vengono giustificati dall’Azienda sanitaria scaligerapartendo dal calo delle presenze», è stato auspicato dai banchi dell’opposizione. Ieri, il Punto per le emergenze era funzionante: agli utenti veniva comunque chiesto di attendere fuori sotto il sole, per ragioni di sicurezza, fino alle chiamate. •

Roberto Massagrande

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