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Processione per l’acqua I fedeli invocano il dono

Il  pellegrinaggio I fedeli hanno camminato un’ora e mezza lungo gli arginiFedeli in preghiera a Roveredo
Il pellegrinaggio I fedeli hanno camminato un’ora e mezza lungo gli arginiFedeli in preghiera a Roveredo
Il  pellegrinaggio I fedeli hanno camminato un’ora e mezza lungo gli arginiFedeli in preghiera a Roveredo
Il pellegrinaggio I fedeli hanno camminato un’ora e mezza lungo gli arginiFedeli in preghiera a Roveredo

In pellegrinaggio nelle campagne di Roveredo per chiedere che la tanto agognata pioggia ristori i terreni e abbassi finalmente le temperature. L’altra sera, decine di persone delle parrocchie di Roveredo, Caselle, Crosare e Pressana hanno camminato fianco a fianco, alcune conducendo a mano le biciclette, per un'ora e mezza, per invocare il dono delle precipitazioni che mancano ormai dai diverso tempo, con pesanti ripercussioni sull’ambiente e sulle colture agricole. Usanza antica In passato, nei mesi primaverili, i fedeli cattolici percorrevano le contrade nelle cosiddette rogazioni, dei brevi pellegrinaggi che avevano lo scopo di chiedere a Dio un raccolto abbondante e di tenere lontani i flagelli che potevano danneggiare la produzione agricola, come la siccità e la grandine. A Cologna, in occasione della festa dell'Assunta, si usava portare in processione l'immagine della Madonna di San Felice proprio a ridosso del periodo di trebbiatura del mais e prima della vendemmia. Anche in questo caso, i fedeli chiedevano la protezione della Madre di Dio per i raccolti. Negli ultimi decenni queste tradizioni religiose sono state via via abbandonate, anche per i fraintendimenti che potevano far insorgere nella gente e per il pericolo di degenerare nella superstizione. Fedeli in preghiera Il «Cammino in ascolto dell'enciclica Laudato Sì», promossa dal gruppo ministeriale dell'Unità pastorale di Pressana e Roveredo e sostenuto dal parroco don Dino Rampazzo, ha ripreso l'idea del pellegrinaggio comunitario nelle contrade e della preghiera per chiedere la benedizione divina sulle campagne, con una novità importante rispetto al passato. I parrocchiani hanno camminato lungo i canali irrigui, fortunatamente carichi d'acqua grazie al Leb, per prendere coscienza che la tutela dell'ambiente è responsabilità di tutti, che «non serve pregare Dio, se poi non si adottano decisioni e comportamenti atti a sostenere il cambiamento». All’iniziativa ha partecipato anche il sindaco di Roveredo Antonio Pastorello. Il gruppo ministeriale ha pensato ad un cammino in tre tappe, leggendo alcuni stralci dell'enciclica «Laudato sì» di papa Francesco: la prima sotto l'argine del Guà, in questo periodo quasi in secca; la seconda alla chiavica Giacomelli, una paratoia esistente dai tempi della Serenissima per garantire l'apporto idrico alle campagne; e l'ultima tappa all'oratorio della Madonna della salute, invocata dai roveredani in particolare nei momenti difficili e nei periodi bui. I pellegrini hanno letto e meditato gli stralci dell'enciclica che riguardavano l'acqua potabile, la tutela delle riserve idriche, la necessità di sviluppare un'ecologia integrale che coltivi un equilibrato rapporto tra uomo e ambiente. In una terra che sta già pagando il caro prezzo dell'inquinamento da Pfas, il tema dell'acqua è particolarmente sentito. Il parroco «Si è trattato», spiega don Rampazzo, «di un momento significativo di preghiera. Non è stato un gesto magico per avere acqua a catinelle, quanto piuttosto uno stimolo a diventare più consapevoli dell'emergenza ambientale in atto e della necessità di aver cura del creato». Grazie al canale Leb, gli agricoltori della Bassa hanno potuto irrigare in questi mesi senza problemi, ma adesso, terminata la raccolta delle patate e iniziata quella del mais per produrre insilato, molti coltivatori stanno seminando il radicchio, l’«oro rosso» dell’Adige Guà. Avranno bisogno di molta acqua perché la terra è secca, dura e ha raggiunto temperature elevate per tanti giorni di seguito. Ecco perché stanno tutti con il naso all'insù per attendere le prossime perturbazioni.•.

Paola Bosaro

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