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Praticante avvocato bloccata in Polonia

Sara Cavedon nel giorno in cui si è laureata a Trento DIENNEFOTO
Sara Cavedon nel giorno in cui si è laureata a Trento DIENNEFOTO
Sara Cavedon nel giorno in cui si è laureata a Trento DIENNEFOTO
Sara Cavedon nel giorno in cui si è laureata a Trento DIENNEFOTO

Paola Bosaro Sara è bloccata in Polonia a causa del Covid-19: il suo praticantato legale si interrompe bruscamente. L'emergenza sanitaria legata alla diffusione in Europa del Coronavirus non ha costretto soltanto gli studenti in Erasmus a fare scelte drastiche come Ilaria Marchetto, di Cologna, che ha preferito restare in Repubblica Ceca a studiare piuttosto che rientrare in Italia in un momento così drammatico per il nostro Paese. Invece, la praticante legale Sara Cavedon, 25 anni, anche lei di Cologna, non ha potuto scegliere. L'epidemia non solo ha spezzato drasticamente i suoi progetti di studio e di lavoro a Breslavia, in Polonia, ma le sta pure impedendo di rientrare dai suoi cari in Italia. I voli Varsavia-Roma sono sospesi e la distanza fra Breslavia e e la capitale è di 350 Km. In questo momento gli spostamenti da un luogo all'altro sono vietati pure in Polonia, specie sui mezzi pubblici. Cavedon si trova in Polonia, già da un anno. Si è laureata a marzo dello scorso anno in Giurisprudenza a Trento, e ha deciso di provare la strada dell'Europa per ampliare il proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze legali in campo internazionale. Ha lavorato per un periodo in uno studio di avvocati polacco, poi è stata assunta da una società americana che fornisce servizi legali. A febbraio, quando la situazione sanitaria è precipitata, la 25enne aveva deciso di ritornare dai suoi genitori a Cologna. «Al lavoro dovevo dare la comunicazione delle dimissioni con un mese di anticipo e così pure al proprietario dell'appartamento dove vivevo», ricorda Sara. La giovane, dunque, in poche settimane ha lasciato sia il lavoro che la casa, credendo di poter rimpatriare. Pochi giorni prima della partenza, però, il suo volo è stato cancellato perché la Polonia, pur avendo poche centinaia di casi di positività al virus, ha comunque deciso di chiudere negozi, scuole e aeroporti. «Qui in Polonia il timore di non riuscire ad affrontare una grave emergenza sanitaria è molto forte, forse perché le autorità politiche sanno che le strutture ospedaliere non hanno né personale né strumentazione adeguati», riflette la 25enne. Cavedon ha contattato l'ambasciata italiana per sapere se fossero programmati viaggi di rientro per gli italiani presenti. «I voli erano disponibili quando io stavo ancora lavorando. L'ultimo è partito il 15 marzo, ma non ho potuto raggiungere Varsavia per imbarcarmi, perciò sono dovuta rimanere qui», racconta. Fortunatamente, durante l'anno di permanenza Sara è riuscita a farsi molti amici a Breslavia, così ha trovato chi è disposto ad ospitarla, anche se è dura non lavorare più e non sapere quando potrà ripartire per l'Italia. «Entro aprile dovrei rientrare per terminare l'ultimo periodo di praticantato, altrimenti andrà perso tutto quello che ho fatto finora», dice amareggiata. «Chiederò all'ordine la possibilità di prorogare il periodo di pratica legale per cause di forza maggiore», osserva. Se la situazione dovesse migliorare, la giovane ha già pensato di tornare a Cologna in auto, evitando di ricorrere ai mezzi pubblici. Una volta in Italia, tuttavia, dovrà osservare la quarantena di 15 giorni. •

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