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Piccolo gheppio ferito all’ala salvato da catena di solidarietà

Il giovane gheppio ritrovato nel Parco Valle del Menago
Il giovane gheppio ritrovato nel Parco Valle del Menago
Il giovane gheppio ritrovato nel Parco Valle del Menago
Il giovane gheppio ritrovato nel Parco Valle del Menago

È stato salvato da morte certa un piccolo gheppio ferito, trovato a terra da un anziano nei pressi del Parco Valle del Menago. Il giovane rapace aveva perso l’uso dell’ala e della zampa sinistre e non era in grado di spiccare il volo. C’è voluta una catena di solidarietà, che ha coinvolto vari soggetti, persone, enti ed associazioni, per salvargli la vita. Prima di trovare un professionista in grado di fornire le cure di cui aveva bisogno, ossia veterinari provvisti delle competenze necessarie, è passato per giorni di mano in mano nello scatolone che era diventato il suo nido. I gheppi sono dei piccoli rapaci del genere Falco, quando cacciano volteggiano eleganti a pochi metri da terra in campo aperto mentre scrutano il suolo in cerca di piccole prede. Sono in grado di librarsi a mezz’aria quanto hanno puntato un roditore in mezzo all’erba, prima di piombare in picchiata. Vivono nelle zone boschive, ma si avvicinano sempre più ai centri abitati dove corrono i maggiori rischi. I gheppi si cibano anche di piccoli uccelli, insetti e lombrichi. Il probabile impatto con un vetro può averlo infortunato. Tutto è cominciato una domenica mattina. Il rapace era a terra, sbatteva una sola ala e ogni tentativo di riprendere il volo finiva con un’altra caduta, quando è stato notato da un anziano che lo ha preso e messo in uno scatolone. Non sapendo che fare, l’uomo si era recato nella sede dei vigili del fuoco volontari del dipartimento di Bovolone ma quando ha suonato non c’era nessuno. La sede non è sempre presidiata, i volontari reperibili partono da casa al momento del bisogno. Provvidenziale l’incontro con una coppia di giovani, Angela e Giacomo, che hanno notato l’anziano con lo scatolone e si sono fatti carico di trovare una sistemazione per il rapace, cominciando un lungo giro di telefonate. Hanno trovato ascolto dai responsabili della Gea onlus, associazione che ha in gestione il Parco. A rispondere al telefono, c’era la responsabile Paola Nadali che ha ritirato i piccolo gheppio mantenendolo in vita in attesa di trovare qualcuno in grado di prestargli le cure necessarie. «Ho telefonato a mezzo mondo», racconta Nadali, «alla fine, tramite un veterinario che si occupa di volativi, ho avuto il contatto con alcuni volontari del Centro Recupero Fauna Selvatica la Fenice di Lazise i quali erano a loro volta in contatto con veterinari specialisti. A quel punto bisognava organizzare il trasporto e ho trovato la disponibilità della Polizia provinciale che è venuta a ritirare il gheppio e lo ha portato a Lazise dove i veterinari verificheranno i danni all’ala sinistra e provvederanno alle migliori cure. Poi ho perso il contatto, sono passati alcuni giorni e credo stia bene, l’ho lasciato in buone mani». Storia a lieto fine quindi: il gheppio potrà tornare a volteggiare ma non sempre è così: «Va bene raccogliere un rapace ferito, se veramente è non in grado di volare», si raccomanda Paola Nadali, «ma ci è capitato di essere chiamati da qualcuno che aveva catturato un pullo, ovvero il pulcino del gheppio, trovato a terra. Ecco, in questo caso andrebbe lasciato dov’è se non è ferito e non è minacciato da predatori, come cani e gatti selvatici. I genitori infatti non abbandonano il piccolo, tornano e sono in grado di aiutarlo a spiccare il volo e lo rendono autonomo». In questo caso, insomma, le giuste istruzioni diventano più utili delle buone intenzioni a tutela dell’animale. •

Roberto Massagrande

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