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Ronco

Perseguita l’ex fidanzata: stalker 36enne finisce in carcere

I carabinieri di Ronco davanti alla caserma
I carabinieri di Ronco davanti alla caserma
I carabinieri di Ronco davanti alla caserma
I carabinieri di Ronco davanti alla caserma

Per qualche mese, prima di finire sabato in carcere, ha reso la vita impossibile all’ex fidanzata, che aveva deciso di troncare una relazione sentimentale trasformatasi con il passare del tempo in un incubo. Quello che si definisce un amore malato. Tanto da costringere la trentenne, residente nel Mantovano, a cambiare radicalmente le sue abitudini e a rinunciare ad una vita normale nel timore di imbattersi in quell’uomo che col tempo si era trasformato in un pericoloso stalker. 

Un inferno scandito, stando all’accusa, da una sequenza allarmante di violenze, minacce ed altri atti persecutori, puniti dall’articolo 612 del codice penale, di cui hanno fatto le spese anche i familiari della donna. Al punto da indurre la vittima, ormai esasperata e terrorizzata da una situazione che le toglieva il sonno, a denunciare I.C., un 36enne di origine marocchina domiciliato a Ronco. Sono scattate così le indagini coordinate dalla Procura di Mantova, che lo scorso 10 agosto ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del magrebino, il quale ha all’attivo diversi precedenti anche per droga e reati contro il patrimonio.

Il provvedimento, firmato dal gip del Tribunale lombardo Beatrice Bergamasco, su richiesta del pm Lucia Lombardo, è scaturito dagli accertamenti svolti sugli episodi da brividi denunciati dalla trentenne. La quale, a partire da metà giugno, sarebbe stata oggetto di ripetuti comportamenti violenti e vessatori, che le hanno creato un grave stato d’ansia e l’hanno fatta temere per la propria incolumità e quella dei suoi cari. Il 36enne, complice forse una gelosia morbosa degenerata nell’ossessione, sarebbe arrivato anche a minacciare l’ex fidanzata puntandole addosso una pistola e un coltello. Senza contare - sempre in base agli elementi raccolti dagli inquirenti in base a testimonianze e verifiche tecniche - le continue telefonate, gli spintoni, le offese e le intimidazioni rivolte all’ex compagna e alla sua famiglia.

Si è giunti così all’ordinanza e sono iniziate le ricerche del disoccupato, che dalla confinante provincia virgiliana sono approdate nella Bassa veronese. E non certo casualmente visto che il 36enne, irregolare in Italia, era solito frequentare la zona, in particolare Ronco. E proprio nel paese in riva all’Adige sono terminate, a distanza di tre giorni, le perlustrazioni a caccia del presunto stalker. A mettere fine alla libertà di I.C. sono stati i carabinieri della stazione locale nell’ambito dei servizi preventivi predisposti sul territorio dal capitano Luigi Di Puorto in coincidenza delle ferie estive in cui i Comuni tendono a svuotarsi, facilitando così le incursioni della malavita. 

Gli uomini del luogotenente Michele Riefoli si sono imbattuti nel magrebino durante un controllo in un casolare di via Giarina, nelle campagne tra Ronco e Zevio. Erano le 13 di sabato quando i militari hanno fatto incursione nel rustico dove si sono trovati di fronte il 36enne in compagnia di una donna. I.C. non ha opposto resistenza e ha seguito i carabinieri in caserma per gli atti di rito. Nel frattempo i militari hanno rinvenuto e sequestrato nell’abitazione tre coltelli, due a serramanico e uno da caccia, oltre ad una carabina ad aria compressa. Le stesse armi che l’uomo potrebbe aver usato per perseguitare l’ex fidanzata, che alla fine ha trovato il coraggio di ribellarsi ai tormenti subiti. Una volta informato il magistrato della Procura mantovana titolare dell’indagine, il 36enne è stato accompagnato nel carcere di Vicenza a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Stefano Nicoli

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