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La storia

Paralizzato per un incidente agricolo, Doriano è rinato col modellismo. E ricrea proprio trebbiatrici

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Doriano Azzalin con il modellino di trebbiatrice
Doriano Azzalin con il modellino di trebbiatrice
Doriano Azzalin e i suoi modellini di macchine agricole

Santa Lucia gli ha portato la forza di tornare a vivere. Grazie al modellismo è uscito dal buco nero dov’era precipitato. E lo ha fatto riproducendo una trebbiatrice lunga quasi quattro metri. Il fatto curioso è che Doriano Azzalin, 68 anni, originario di Nogara, sposato e padre di due figlie, era rimasto paralizzato alle gambe proprio mentre lavorava sotto una macchina per l’agricoltura, che all’improvviso si è messa in moto. Ora realizza con perfezione maniacale autentiche opere d’arte contese dai collezionisti: trattori, mezzi semoventi e trebbiatrici, appunto, come quella che gli ha tolto l’uso delle gambe.

Il modellismo dunque, una forma raffinata di gioco, è stato la medicina più efficace per Doriano. Tutto capitò quando aveva 42 anni, nel 1995. «Il mio lavoro», racconta, «era di meccanico specializzato. Riparavo trattori, macchine agricole e trebbie utilizzate durante la raccolta di fagiolini, spinaci e piselli. Un giorno mi chiamano perché una trebbiatrice si è bloccata. L’operatore mi chiede aiuto e io mi infilo sotto per sbloccarla. All’improvviso, mentre sto lavorando per rimetterla in moto, l’elettrovalvola della macchina si sblocca e la pressione spinge in avanti di sette metri quel gigantesco macchinario. Io stavo sotto. Sono stato colpito sulla schiena da un traverso che mi ha rotto l’ultima vertebra dorsale, senza nemmeno versare un goccio di sangue. Da allora le gambe non si sono mosse più».

Vicino a lui corrono in tanti per soccorrerlo. Chiamano l’ambulanza che immediatamente allerta l’elicottero di Verona Emergenza. Fatalità vuole che il velivolo sia occupato per un altro soccorso. Parte allora un altro elicottero da Brescia che trasporta Azzalin all’Ospedale Civile della città lombarda. Resta ricoverato nove mesi per le cure e la successiva riabilitazione. La fase più brutta è quella della terapia intensiva. Purtroppo la depressione s’impadronisce di lui, si abbatte e non vuole più vedere nessuno. L’unica che ha il permesso di entrare in camera sua è sua moglie Fernanda. Piano piano il cerchio di affetti si fa sentire, sempre con delicatezza e sensibilità. Grazie a parenti, amici, colleghi. L’idea del modellismo viene al suo dirigente, che un giorno gli porta un tornio. Va a trovarlo anche Eugenio Marchesini, padre nobile del Galm (Gruppo animazione lesionati midollari) che gli dice: «Non devi pensare a tutto quello che non puoi più fare, ma sforzarti di pensare a tutto quello che puoi ancora fare». Doriano si mette d’impegno e ascolta il consiglio. Particolare degno di nota è che le sue riproduzioni non sono statiche, tipo soprammobile da mettere in vetrina. Sono tutte motorizzate, insomma si muovono. «Ho impiegato due anni solo per realizzare il motore. Più altri due per fare gli altri pezzi, trebbia e pressa». E ogni volta che lui mette in moto le sue opere, i nipotini, che le figlie Katy e Genny si portano dietro, restano a bocca aperta. E trovano dal nonno la vera casa di Santa Lucia.

Danilo Castellarin

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