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Angiari

Sorpresa: fra i capannoni della Bassa spunta un'orchidea selvatica estremamente rara

L’orchidea Anacamptis pyramidalis trovata in zona industriale ad Angiari
L’orchidea Anacamptis pyramidalis trovata in zona industriale ad Angiari
L’orchidea Anacamptis pyramidalis trovata in zona industriale ad Angiari
L’orchidea Anacamptis pyramidalis trovata in zona industriale ad Angiari

Tra i capannoni della zona industriale di Angiari, dunque non proprio in un luogo ameno, è spuntata un’orchidea davvero rara, almeno per le nostre zone.

Il Comune, saputo della fioritura eccezionale, si è affrettato a tutelare la propria aiuola.

 

La scoperta

Quello che può sembrare un paradosso, ovvero la possibilità che piante selvatiche crescano anche nelle aree fortemente cementificate, nel paese di destra Adige è diventato realtà. Paola Scavazza, volontaria di Castagnaro del Gruppo italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee (Giros) non poteva credere ai suoi occhi quando, andando come fa tutti i giorni a lavorare come impiegata in un’azienda angiarese, a pochi passi dallo stabilimento ha notato su un’aiuola spartitraffico un esemplare di «Anacamptis pyramidalis».

 

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Perché è rara

Tale pianta spontanea è molto diversa dalle tradizionali orchidee che si possono comprare nei negozi o di quelle che siamo abituati a comperare come omaggi, così come è rarissimo trovarne di questo tipo nella pianura veronese: sono più frequenti al sud e in luoghi impervi, come rocce per capirci.

La stessa sezione «Monte Baldo» dell’associazione Giros, coordinata da Massimino Ovatoli, ha confermato come l’esemplare di Angiari risulti essere, finora, l’unico attualmente conosciuto in tutto il Basso veronese di questa specie, se non in tutta la provincia.

 

 

L'accordo

Il sodalizio ha quindi informato l’amministrazione comunale di Angiari e il sindaco Antonino Puliafito dell’insolito, quanto speciale, ritrovamento. Così il primo cittadino ha deciso di stringere un accordo, che verrà messo nero su bianco nei prossimi giorni, tra l’ente locale ed il distaccamento veronese dell’associazione di promozione sociale. In base all’intesa, che dovrà essere confermata con una delibera di Giunta, i volontari del gruppo Giros otterranno in gestione dal municipio la piccola aiuola di 24 metri quadrati dove sono stati rinvenuti gli esemplari della bella e rara orchidea «piramidale».

Dal canto suo, il gruppo veronese di appassionati di orchidee recinterà l’area verde con una rete da giardino, poco invasiva, alta 40 centimetri e di colore verde. In questo modo riuscirà a proteggere tale specie di pianta, oggetto di tutela in base al decreto del presidente della Giunta regionale veneta del 2 settembre 1982. La pianta è comunque tutelata anche a livello nazionale. La realizzazione della recinzione sarà completamente a carico del gruppo veronese, che quale provvederà pure allo sfalcio dell’erba nei periodi compatibili con la fioritura delle piante. Cartelli e reti «Sul posto», evidenzia il vicesindaco Fabrizio Bissoli, «verranno posizionati alcuni cartelli esplicativi, con i loghi dei due enti». «Siamo convinti», prosegue il vice Bissoli, «che salvaguardare gli aspetti della natura e la sua biodiversità costituisca una priorità per un futuro sempre più attento alla tutela tutta della natura che ci circonda».

 

Quando parte l'operazione salva orchidee

L’operazione «salva-orchidee» decollerà nei prossimi mesi, con l’avviarsi della buona stagione. Attualmente, nella piazzola dove nasce la pianta tutelata, non è infatti visibile nulla per un profano. Ovvero, ci sono sparse in vari punti delle foglioline che solo gli esperti riescono ad attribuire alle orchidee «Anacamptis».

Occorrerà attendere un paio di mesi per vedere quante capolini di queste orchidee sbocceranno in tutto il loro splendore.

Questo genere di orchidea, il cui nome ricorda la sua forma piramidale, è di solito di colore rosso o di sfumature del rosa. Sarà certamente un bel colpo d’occhio in una zona di strade e capannoni produttivi. Luogo insolito «L’esemplare che ho individuato ad Angiari», sottolinea Scavazza, «probabilmente era sfuggito allo sfalcio da parte degli operatori comunali. Ho constatato che attorno ce n’erano una trentina». «Attraverso la recinzione», rimarca Ovatoli, «intendiamo proteggere una specie più unica che rara per una zona, come il Basso veronese, dove a causa dell’agricoltura intensiva purtroppo questa pianta fatica a crescere in maniera spontanea». «L’eccezionalità del ritrovamento», conclude Bissoli, «assieme alla difficoltà delle piante a portare a termine il loro ciclo biologico a causa dello sfalcio operato in tempi non idonei, ha indotto il nostro ente a concedere quel tratto di aiuola a Giros che ha formalizzato la regolare richiesta».•.

Fabio Tomelleri

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