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Oppeano allagata Tracimano i canali Strade come fiumi

Una zona allagata ad Oppeano
Una zona allagata ad Oppeano
Una zona allagata ad Oppeano
Una zona allagata ad Oppeano

L'autunno è iniziato ad Oppeano com'è finita la tremenda estate appena conclusa. Ossia con un violento temporale, che ha allagato vaste aree del capoluogo tra il pomeriggio e la serata di martedì. Per la terza volta in tre mesi, il territorio oppeanese è stato dunque colpito da un fenomeno meteorologico estremo: dapprima una bufera di vento ha flagellato Mazzantica, poi una grandine anomala è caduta nella frazione di Ca' degli Oppi, mentre stavolta è toccato in particolare al capoluogo subire le conseguenze dell’ondata di maltempo. Cento millimetri di pioggia caduta mediamente in circa tre ore, ma in alcune zone si sono contati fino a 40 – 50 centimetri di acqua, che sono stati misurati dai pluviometri. Le aree più colpite, dove si sono riempiti d’acqua scantinati, piani interrati, taverne ed autorimesse, ma anche qualche piano terra adibito a normale abitazione, si trovano in località Dossi, nelle vie Pontida, Sole delle Alpi, Indipendenza, ma pure in via Roma, via XXVI Aprile, via Ezzelino, via Dossi, via Croce Rossa e via Fossette. Sia via Croce Rossa, la strada che da Oppeano conduce a Isola Rizza, sia via Fossette sono state chiuse temporaneamente al traffico poiché i veicoli non riuscivano più a procedere, tanta era l’acqua riversata dai fossati sulle carreggiate. Sono finite allagate anche le vie Olmo, Fratelli Kennedy e Franchine, dove si trova la casa di riposo dove fortunatamente gli ospiti non hanno subito disagi. Anche quest’ultima via è stata interdetta al traffico per alcune ore. Hanno tracimato sia il Piganzo che il Piganzolo ed è stato sommerso d’acqua pure il parco urbano San Serafino. All’intersezione del leone di San Marco, tra le vie Dossi, Croce Rossa, XXVI Aprile e Cadalora, si è riversata in strada anche una notevole quantità di ghiaia e sabbia portata dai fiumi d’acqua che invadevano le carreggiate. Tanto che, ieri mattina, gli operai del Comune sono stati costretti a pulire con la spazzatrice l’intersezione. Non è andata meglio in via Cadalora, dal capoluogo fino a Ca’ degli Oppi, dove dai campi è arrivato un lago d’acqua che ha invaso una corsia di marcia, costringendo gli agenti del distretto di polizia locale Media Pianura Veronese a chiudere la strada fino alla mezzeria e far procedere i veicoli su una sola corsia di marcia, quella più a sud. È stata resa impraticabile dal nubifragio anche una parte di via Pozze, a Ca’ degli Oppi, in prossimità della curva, mentre in altre zone della frazione ci sono stati rigurgiti dai pozzetti della linea delle acque meteoriche, che hanno riversato acqua su strade e proprietà private. I vigili del fuoco di Legnago hanno lavorato fino a tarda ora per prosciugare tutti i vani più bassi delle case sommersi dall’acqua. Ma si sono attivati subito con le pompe idrovore anche gli agricoltori del paese, che sono andati in soccorso dei residenti con le abitazioni allagate, nonché i volontari della Protezione civile dell’Associazione nazionale carabinieri, che hanno utilizzato un’idrovora, assieme agli amministratori che si sono rimboccati le maniche, a cominciare dal sindaco Pierluigi Giaretta. «Ho ricevuto oltre una ventina di chiamate di cittadini disperati a causa dell’acqua che entrava nelle case e non riuscivano ad arginarla», riferisce il primo cittadino, «siamo usciti subito, ancora con la pioggia battente, ma i pozzetti non ricevevano più acqua perchè continuava a tornare indietro e quindi non sapevamo dove scaricarla». «Quando sono giunti i pompieri», prosegue il sindaco nel racconto della notte di paura, «hanno iniziato poco per volta a passare tutte le case allagate. Finché operavano, le chiamate al 115 si sono moltiplicate, così sono giunte sul posto altre squadre». «Gli allagamenti», spiega l’assessore di Ca’ degli Oppi, Luca Faustini, «sono imputabili a due cause. Innanzitutto, l’acqua scesa è stata così abbondante che la linea delle acque bianche della rete fognaria era incapace di drenarla. I chiusini scoppiavano e, nonostante i cittadini provavano a liberarli, risaliva subito». «Poi la pioggia ha causato la tracimazione dei fossati», aggiunge Faustini, «soprattutto del Piganzo e del Piganzolo, che dal tardo pomeriggio non sono più riusciti a ricevere acqua ed hanno cominciato ad esondare in vari punti». Proprio nel pomeriggio, prima del temporale, in municipio si era tenuto un incontro tra gli amministratori e la Protezione civile di Verona per organizzare prove d’emergenza in caso di alluvione. •

Zeno Martini

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