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Omicidio, l’indagato rimane in carcere

I carabiniri nel parcheggio dove sarebbe avvenuto il delitto
I carabiniri nel parcheggio dove sarebbe avvenuto il delitto
I carabiniri nel parcheggio dove sarebbe avvenuto il delitto
I carabiniri nel parcheggio dove sarebbe avvenuto il delitto

Resterà nel carcere di Rovigo, dove si trova rinchiuso da domenica scorsa, Arinat Abdennaji, il 44enne marocchino accusato di aver ucciso a coltellate, sabato notte a San Pietro di Legnago, Mihai Unghureanu, operaio moldavo di 25 anni residente a Veronella. Ieri si è svolta l’udienza di convalida, al termine della quale il gip Giuliana Franciosi della Procura scaligera ha confermato la custodia cautelare nella casa circondariale rodigina a carico del magrebino, con precedenti per reati contro il patrimonio, domiciliato a pochi passi dal luogo dell’omicidio. Per l’interrogatorio di garanzia bisognerà attendere invece, come prevedono le disposizioni anti-Covid, il termine della quarantena alla quale è stato sottoposto il 44enne, arrestato a distanza di un’ora dall’accoltellamento maturato - stando ai primi riscontri eseguiti dai carabinieri del Nucleo operativo e Radiomobile di Legnago - per divergenze insorte durante la cessione di alcune dosi di cocaina. Una ricostruzione su cui propendono gli uomini del maggiore Vincenza Chiacchierini, che proseguono a ritmo serrato le ricerche dell’arma costata la vita al 25enne, meglio conosciuto come Alexandru Boboc. Tuttavia, ci sono ancora diversi punti neri da chiarire per appurare cosa sia effettivamente successo quella notte in cui due fendenti, sferrati all’addome, hanno lasciato senza papà un bimbo di appena un anno. A sbrogliare una matassa che rimane ancora ingarbugliata sarà anche la versione che fornirà al giudice il marocchino indagato per omicidio volontario. Bisognerà però attendere con tutta probabilità la fine del mese visto che Abdennaji è sottoposto ad isolamento sanitario. Tanto che nemmeno il suo legale di fiducia, l’avvocato Emanuele Luppi di Verona, ha potuto sentire finora il suo cliente. Nel frattempo, la famiglia di Mihai, che ha lasciato in un dolore inconsolabile la compagna Ana Maria, da cui ha avuto il piccolo Alessandro, la mamma Valentina e sei fratelli, è in attesa di dare l’ultimo saluto al ragazzo con rito ortodosso. Il magistrato che coordina le indagini, la dottoressa Maria Federica Ormanni, non ha infatti ancora concesso il nulla osta alla sepoltura dopo l’autopsia eseguita lunedì all’Istituto di medicina legale di Borgo Roma. Intanto non si arresta l’attività dei militari del Norm, capeggiati dal luogotenente Mauro Tenani, che anche ieri hanno perlustrato la strada percorsa dopo il delitto dal presunto omicida in fuga. Sempre a caccia del coltello risultato fatale a Mihai. •

Stefano Nicoli

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