<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Nuova app all’Archeologico Ora il museo è multimediale

Un percorso innovativo per osservare da vicino i manufatti esposti, ma anche per approfondirne la storia e le caratteristiche. D’ora in avanti, chi visiterà il Centro ambientale archeologico di via Fermi, a Legnago, potrà richiedere all’ingresso un tablet che gli consentirà di ruotare il manufatto esposto in vetrina per osservarne i dettagli, visionare filmati di approfondimento e ricevere nuovi contenuti. Ma anche per conoscerne meglio i materiali, confrontandoli magari con altri simili. Tutto questo è stato reso possibile dal progetto che il museo cittadino, tra i primi in Veneto a farlo, ha adottato partendo da un’idea di Damiano Lotto, del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova. Il quale, con il sostegno del Comune, dello stesso Dipartimento dell’ateneo patavino e di Federico Bonfanti, ex conservatore del Centro, ha ideato e progettato la «CAApp»: un’app studiata per il percorso museale, che consentirà appunto di integrare tutte le informazioni riportate nella cartellonistica presente accanto alle teche. «Grazie all’uso delle più innovative tecnologiche nel campo della valorizzazione dei Beni culturali», ha spiegato il dottor Lotto durante la presentazione al pubblico, «si potrà fruire delle collezioni dell’Ambientale in modo diretto ed immediato, con una particolare attenzione ai reperti più significativi per la storia del territorio. Al momento, infatti, le postazioni dove è utilizzabile l’app sono otto, mentre i tablet sono tre». La cosiddetta realtà aumentata, che non ha nulla a che vedere con quella virtuale, riesce a trasmettere informazioni nel mondo reale tramite dei marker, cioè delle entità che l’applicazione è in grado di riconoscere, come immagini ed oggetti, e che utilizza poi come riferimento per presentare i contenuti multimediali. Alla presentazione è intervenuto il professor Michele Cupitò dell’Università di Padova, direttore scavi di Fondo Paviani. •

E.P.

Suggerimenti