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Legnago

Non si trovano muratori, i colloqui vanno deserti

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A Legnago non si trovano muratori
A Legnago non si trovano muratori
A Legnago non si trovano muratori
A Legnago non si trovano muratori

All'impresa edile servono muratori, ma tutti i candidati inviati dal collocamento rifiutano il posto. Quello che potrebbe sembrare un paradosso, in tempi di crisi e con un'inflazione galoppante che sta mettendo in ginocchio sempre più famiglie, è purtroppo una realtà a Legnago. Luca Falamischia, assessore alle Manutenzioni, per una volta ha smesso i panni dell'amministratore e, indossati di nuovo quelli di disegnatore tecnico e arredatore, ha denunciato sui social le crescenti difficoltà che l'impresa edile cittadina con cui collabora sta incontrando nel reclutare manovali da impiegare nei tanti cantieri aperti sia in provincia di Verona che altrove. Tutto ciò, nonostante l'azienda legnaghese abbia proposto, oltre alla paga regolare, anche di farsi carico delle eventuali trasferte e pernottamenti, visto che diversi interventi vengono svolti lontano, come sulla riviera Adriatica.

 

Il rifiuto

Alla base del «disinteresse» per un posto che, nonostante gli indubbi sacrifici, garantirebbe un sicuro introito a persone senza un'occupazione, in diversi casi vi è proprio la distanza da casa o, semplicemente, perché agli interessati fa più comodo mantenere lo «status» di senza lavoro. «AAA», ha scritto sul suo profilo Facebook Falamischia, «cercasi operai per impresa di costruzioni, cartongessisti, pittori, muratori e qualsiasi persona con volontà di imparare». «Dopo varie richieste presentate al centro per l'impiego di Legnago», ha aggiunto l'assessore, «i pochi candidati disponibili, nonostante l'appuntamento fissato, non si sono nemmeno presentati. Ne deduco che Legnago non ha disoccupati, o che c'è un problema normativo. L'amministratore ha quindi invitato eventuali interessati al posto a contattarlo in privato.

 

L’assessore

Interpellato dopo il post, Falamischia conferma: «Sono più di 15 giorni che cerchiamo almeno tre persone per questi lavori edili, ma senza successo. Se la maggior parte degli aspiranti non si è presentata al colloquio, uno invece ci ha chiamato dicendoci che non poteva venire per problemi di salute. Sono tutte persone italiane, dai 30 anni in su. Dopo la pubblicazione del post, invece, mi hanno dato la loro disponibilità due operai che, tuttavia, non sono disoccupati ma hanno già contratti in scadenza».

Falamischia non nasconde il suo disappunto: «Non è possibile che qualcuno, pur essendo nelle liste di collocamento, si prenda il lusso di rifiutare un impiego, magari perché non gli permette, ma posso solo ipotizzarlo, di fare dell'altro in maniera irregolare».

 

Consulta comunale

Sulla stessa lunghezza d'onda è Fabio Crivellente. Il presidente della Consulta comunale dell'economia e del lavoro, difatti, nei mesi scorsi aveva avviato dei ricevimenti in municipio per trovare soluzioni ai disoccupati, senza tuttavia sovrapporsi allo «Sportello lavoro» ufficiale del Comune. «Tuttavia», ammette con rammarico Crivellente, «dopo questi primi mesi di colloqui sono totalmente sfiduciato, visto che chi è venuto a chiedere una mano mi ha fatto capire, in molti casi, che preferisce rimanere a casa con il reddito di cittadinanza piuttosto che spostarsi qualche chilometro per lavorare». Secondo i dati elaborati da Veneto Lavoro, nei primi tre mesi di quest'anno sono stati 175 i residenti che si sono iscritti al collocamento, portando così a 1.895 gli iscritti alle liste del centro per l'impiego. Tra questi ben 1.280 sono disoccupati da oltre due anni.

Fabio Tomelleri

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