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Morti in casa di riposo, due denunce

Gli addetti delle pompe funebri trasportano le bare di due anziani morti alla casa di riposo
Gli addetti delle pompe funebri trasportano le bare di due anziani morti alla casa di riposo
Gli addetti delle pompe funebri trasportano le bare di due anziani morti alla casa di riposo
Gli addetti delle pompe funebri trasportano le bare di due anziani morti alla casa di riposo

Una lunga scia di lutti per Covid-19 all’Ipab «Maria Gasparini» di Villa Bartolomea: scattano le prime denunce. A presentarle sono stati i parenti di due ospiti deceduti lo scorso marzo dopo essere risultati affetti da Sars- Cov-2 nella struttura di via Matteotti, la più colpita della provincia, con ben 38 decessi, di cui 32 accertati per Coronavirus. I familiari, una volta acquisita la documentazione clinica, si sono confrontati con un legale decidendo di presentare denuncia ai carabinieri per chiedere all’autorità giudiziaria competente che venga fatta luce sulla morte dei loro congiunti. Spetterà ora alla Procura di Verona aprire un eventuale fascicolo per appurare quelle che potrebbero essere le responsabilità in merito ai decessi. Come già anticipato da altre famiglie di ospiti positivi al tampone, scomparsi tra il 19 marzo ed il 14 maggio - data dell’ultimo decesso per Covid-19 - le azioni legali potrebbero però non fermarsi qui. Qualche parente, esaminando la cartella clinica del proprio congiunto deceduto, sta infatti valutando di procedere con un esposto. «Non certo per ottenere risarcimenti», rivela uno di loro, «ma per fare chiarezza e dare giustizia a questi anziani». In realtà, un generale malcontento misto a rabbia già da settimane circola tra i parenti dei tanti ospiti morti dopo essere stati contagiati. Anche se in concreto un comitato dei familiari non si è mai costituito. Nemmeno quando, dopo le prime riaperture disposte dal Dpcm dello scorso 4 maggio, un gruppo di figli e nipoti di anziani morti per Covid-19 ha deciso di incontrarsi per un confronto e uno scambio di opinioni senza però trovare, almeno finora, una linea comune. C’è infatti chi, pur continuando a porsi domande su come è stata gestita l'emergenza, non intende arrivare ad una denuncia perché convinto che non restituirà giustizia alla persona cara scomparsa. E c’è chi, al contrario, non riesce a darsi pace su «tante cose che non tornano» e che vorrebbe quindi andare per vie legali. Le ferite su quanto accaduto, al di là di eventuali responsabilità tutte da accertare, rimangono comunque aperte e quei morti continuano a pesare come macigni a Villa Bartolomea. Prima dello scoppio dell’emergenza, gli ospiti seguiti all’Ipab erano 68, mentre ora ne sono rimasti 30. Sul fronte sanitario le notizie sono comunque buone. In base agli ultimi tamponi eseguiti dall’Ulss 9, anche cinque degli ultimi sei anziani rimasti positivi al tampone si sono negativizzati. Tanto che, come altre strutture, anche la «Gasparini» si avvia ad un graduale ritorno alla normalità. Da lunedì 8 giugno, saranno ripristinate, pur regolate da un rigido protocollo, le visite dei familiari. L’accesso è consentito solo in cortile, previa prenotazione via sms al 379.18.133.63. Resta vietato, naturalmente, l’ingresso in caso di febbre superiore ai 37 gradi e mezzo, tosse, difficoltà respiratoria o altri sintomi di tipo influenzale così come a soggetti asintomatici che abbiano avuto un tampone positivo o che si trovino in stato di quarantena. Intanto, tutti attendono con trepidazione il 14 giugno quando il vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti, alle 10.30, presiederà la messa nella chiesa parrocchiale. «Con la sua presenza», spiega il parroco don Alessio Lucchini, «il vescovo intende pregare insieme a noi per tutti i defunti di questo tragico periodo, rinnovando così la vicinanza e l’affetto già espressi all’intera comunità durante quei giorni terribili». •

Elisabetta Papa

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