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«Ministro, fermi lo scippo di reperti»

Una sala del Centro ambientale archeologico di Legnago
Una sala del Centro ambientale archeologico di Legnago
Una sala del Centro ambientale archeologico di Legnago
Una sala del Centro ambientale archeologico di Legnago

«Da qui non si muoverà e non si censirà nulla finché il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, non verrà a visitare il museo, dandoci una risposta politica. Sarà lui a dirci se i materiali più importanti di questa struttura debbano essere trasferiti o meno a Verona. Per noi questa decisione è, e rimane, uno scippo, un attentato al nostro patrimonio culturale e alla nostra storia». Di fronte al progetto del Ministero dei Beni Culturali di creare, a livello nazionale, un unico polo archeologico per provincia - a Verona sarà il nuovo Museo archeologico nazionale ricavato all’interno del restaurato ex carcere di San Tommaso dove, in base al progetto, dovrebbero venire collocati anche diversi materiali del Centro ambientale archeologico di Legnago – il sindaco della città del Torrione, Graziano Lorenzetti, affiancato da tutta la sua Giunta, proprio non ci sta a veder «spogliare» dei suoi materiali più belli e preziosi l’ex Ospedale militare austriaco “Alla prova” trasformato 20 anni fa in una prestigiosa realtà museale contenente reperti che vanno dal Neolitico Antico (V millennio a.C.) alla tarda età del Ferro (II-I secolo a.C.). Per questo, dopo aver ricevuto comunicazione da parte della direttrice del Museo archeologico nazionale di Verona, Federica Gonzato, che già in questi giorni alcuni materiali sarebbero stato rimossi dalle vetrine dell’Ambientale per diventare parte integrante e permanente del nuovo allestimento museale del capoluogo scaligera, ha deciso di opporsi con fermezza al progetto. Tanto da imporre alla Fondazione Fioroni, attuale gestore del Centro, di non prendere alcuna decisione senza la sua diretta autorizzazione. Nel contempo, però, convinto che il museo, privato di tanti materiali, rischi addirittura di chiudere i battenti, ha anche inviato una lettera al ministro Franceschini invitandolo a visitare il museo legnaghese, per verificarne la qualità. «Creare un unico polo museale provinciale», ha rimarcato il sindaco durante la conferenza stampa convocata nelle sale del CAA, « è una decisione politica. Quindi, è dalla politica che devono arrivare delle risposte in merito, non dai funzionari. Il ministro venga a vedere di che struttura disponiamo e ci spieghi perché il nuovo polo museale provinciale non potrebbe essere ospitato qui a Legnago. Come amministrazione, non riteniamo corretto che materiali di questa rilevanza vengano “scippati” alla nostra città e all’intera Pianura dalla quale provengono». Pur tenendo conto naturalmente che i reperti appartengono al Ministero dei Beni Culturali, che può quindi disporne come ritiene più opportuno, il sindaco ha ribadito però che «essi costituiscono anche il patrimonio di un territorio e quindi della sua gente». «Sono vent’anni che in questo museo», ha proseguito Lorenzetti, «si investono tempo e denaro. Ci sono voluti milioni di euro tra restauro dell’edificio, allestimento museale e successiva gestione, per la quale il Comune offre tuttora un contributo annuo di 40mila euro. Prima del Covid, avevamo una media di 2mila studenti all’anno in visita. Senza dimenticare le tante convenzioni di formazione con numerose università, i laboratori per le scuole e la collaborazione costante con il Dipartimento dei beni culturali dell’ateneo patavino». «E allora», ha concluso il sindaco, «mi si passi la provocazione: da Legnago sono passate truppe napoleoniche ed austriache. Oggi non abbiamo più bisogno di invasori, ma di persone che amano il territorio». In realtà, al nuovo Museo Nazionale di Verona, la Direzione regionale dei musei del Veneto, sta già lavorando da oltre una decina d’anni. «Si tratta di un importante strumento di visibilità anche per il territorio veronese», sottolinea Federica Gonzato, direttrice del Museo archeologico nazionale di Verona, «e di un'occasione affinché visitatori e turisti, che transitano da Verona, abbiano uno stimolo in più per conoscere anche la provincia: un Museo Nazionale "capofila" di una virtuosa rete di condivisione culturale». •

Elisabetta Papa

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