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Mandorlato, produttori in allarme

La produzione di mandorlato in un’azienda dolciaria colognese
La produzione di mandorlato in un’azienda dolciaria colognese
La produzione di mandorlato in un’azienda dolciaria colognese
La produzione di mandorlato in un’azienda dolciaria colognese

La Festa del mandorlato di Cologna, la più importante dell'anno per il Comune della Bassa, è appesa ad un filo. Il continuo aumento del numero di contagiati da Coronavirus e le conseguenti restrizioni decise dal Governo rischiano non solo di far saltare una manifestazione molto apprezzata, che da oltre trent'anni è il biglietto da visita di Cologna. Ma anche di mettere in ginocchio un comparto essenziale per il paese, quello dell'industria dolciaria. Adesso, su questo settore incombe un grande punto interrogativo. E, se la situazione sanitaria dovesse peggiorare anche a livello europeo, pure le esportazioni all'estero di mandorlato verrebbero ridotte, se non del tutto cancellate. E pensare che fino a 20 giorni fa le prospettive non sembravano così funeste. Volontari della Pro loco, produttori di mandorlato e amministrazione comunale avevano cominciato ad incontrarsi ad inizio ottobre in municipio per definire le modalità di organizzazione della festa, alla luce delle ultime disposizioni in materia di eventi. «Si parlava del divieto di organizzare feste, ma erano comunque permesse le manifestazioni pubbliche in forma statica, nel rispetto del distanziamento», ricorda la presidente della Pro loco Ivana Pozzan. Gli ultimi decreti del Presidente del Consiglio hanno bloccato tutto. Nessuna festa pubblica o privata, neppure in forma controllata, è più consentita. Gli incontri al Palazzo del Capitaniato per l'organizzazione della Festa del mandorlato sono stati interrotti. «Peccato perché l'anno scorso avevamo ricevuto il riconoscimento di sagra di qualità», osserva Pozzan. «Abbiamo deciso di mettere la manifestazione in stand by, tuttavia non l'abbiamo cancellata», interviene il sindaco di Cologna Manuel Scalzotto. Intanto i produttori di mandorlato si sono buttati a capofitto nel loro lavoro, pur consci delle enormi difficoltà. Il titolare della dolciaria «San Marco» Antonio Bellini riferisce: «Stiamo producendo mandorlato in base agli ordini che ci arrivano. I mercatini ci rendevano solo il 10 per cento dei guadagni, però erano una vetrina importante. Se la situazione sanitaria continua a peggiorare temiamo che anche i supermercati ne risentano». Fausto Bertolini sposterà all'esterno della fabbrica la vendita. «Monteremo una grande tensostruttura in viale dell'Artigianato, nel piazzale esterno al laboratorio», annuncia Bertolini. «Le persone troveranno quattro scomparti, ognuno con gli stessi prodotti, per non creare sovraffollamento». Per il produttore del «Finissimo Mandorlato» sarebbe importante mantenere viva la Festa, anche se in versione ridotta. «Ci stiamo aggrappando ai nostri clienti affezionati», gli fa eco Margherita Bisognin. «Anche se la produzione di mandorlato è inferiore rispetto allo scorso anno, non ci abbattiamo, ricorreremo a consegne a domicilio e al web». Dino Garzotto si stava preparando con nuovo packaging e battage pubblicitario a celebrare in grande stile il 180° anniversario di fondazione della «Garzotto e Rocco e Figlio», uno dei marchi più antichi. Il Covid ha ridimensionato tutto. «I clienti sono un po' timorosi, perciò evitiamo di fare magazzino e produciamo su ordinazione. Speriamo che la situazione si sblocchi e che la Festa, ancorché in forma ridotta, possa essere proposta», auspica Garzotto. •

Paola Bosaro

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