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Lunga vita a Torretta La discarica resterà in funzione fino al 2035

La discarica di Torretta L’impianto della frazione potrà ritirare i rifiuti di tutta la provincia fino al 2035
La discarica di Torretta L’impianto della frazione potrà ritirare i rifiuti di tutta la provincia fino al 2035
La discarica di Torretta L’impianto della frazione potrà ritirare i rifiuti di tutta la provincia fino al 2035
La discarica di Torretta L’impianto della frazione potrà ritirare i rifiuti di tutta la provincia fino al 2035

Corsa contro il tempo di Lese e dei Comuni della Bassa per allungare la vita della discarica di Legnago. Senza una correzione di rotta, infatti, l'impianto di smaltimento dei rifiuti urbani in funzione a Torretta, a servizio dei 98 Comuni veronesi, esaurirà tutti gli spazi disponibili per lo stoccaggio degli scarti entro il 31 dicembre 2025. Per questo motivo i sindaci dei 39 Comuni del Bacino Verona Sud, ente che sovrintende alla raccolta delle immondizie nella pianura scaligera, hanno approvato all'unanimità in municipio a Bovolone il progetto preliminare di «razionalizzazione morfologica a completamento e ampliamento» dell’impianto della frazione. Il progetto Il documento, già validato lo scorso autunno dal consiglio comunale di Legnago, verrà ora trasmesso a Regione, Provincia, al Comune confinante di Bergantino (Rovigo) ed alla stessa Lese per avviare l'iter per l'autorizzazione dell'intervento, che garantirà al sito di accogliere 100mila tonnellate di rifiuti all'anno per un decennio, sino alla fine del 2035. Tutto ciò sarà possibile senza utilizzare altro terreno bensì riempiendo gli avvallamenti esistenti tra i lotti già realizzati. Pertanto, la superficie occupata dalla discarica rimarrà invariata agli attuali 270mila metri quadrati i. L'operazione garantirà ulteriori 1,2 milioni di metri di cubi di spazi per depositare i rifiuti. Nel provvedimento varato con un sì «bulgaro», i primi cittadini scrivono: «La disponibilità di un notevole volume aggiuntivo per futuri conferimenti senza l'occupazione di nuove aree costituisce un importante elemento di valorizzazione del sito, alla luce della ben nota difficoltà di reperimento di volumi da destinare a discarica da parte della Regione». Gli obiettivi dei Comuni Per i sindaci, dunque, l'allungamento di 10 anni della vita della discarica avrà conseguenze positive sia sulla gestione della stessa che nella successiva fase «post-mortem» dell'impianto, in quanto permetterà di concretizzare un importante, quanto avveniristico, intervento di rinaturalizzazione dell'antico letto del fiume Tartaro. «L'uniformità della gestione operativa di tutti i lotti della discarica», evidenziano i primi cittadini nel provvedimento, «garantirà la possibilità di seguire le fasi post-operative di tutti i settori del sito per i 30 anni successivi alla chiusura, a prescindere dalla data di inizio dello sfruttamento delle singole aree dedicate allo stoccaggio del materiale». Inoltre, secondo i sindaci, «l'ambiziosa ricomposizione finale del sito permetterà di riqualificare l'intera zona, creando un importante elemento di attrazione turistico-ambientale in un contesto di assoluto rilievo». Le prossime mosse «Il progetto di efficientamento della discarica», evidenzia Attilio Gastaldello, sindaco di San Giovanni Lupatoto e presidente del Bacino Verona Sud, «permetterà di trovare posto ai rifiuti di tutti i Comuni della provincia fino all'entrata a regime di impianti di smaltimento specifici per i vari materiali oggi non riciclabili. Tutto questo nell'ottica di una progressiva riduzione degli scarti non riutilizzabili». Roberto Rettondini, presidente di Lese, osserva: «Senza questo nuovo intervento di razionalizzazione dei lotti saremo costretti a chiudere i battenti a fine 2025, con tutte le problematiche del caso. Per questo progetto sarà indispensabile ottenere il supporto anche degli altri due Bacini di Verona Nord e Verona Città». Sull'iter per l'autorizzazione ad occupare i nuovi spazi di stoccaggio, il presidente della società di gestione puntualizza: «Ora elaboreremo il progetto esecutivo dopo di che spediremo gli incartamenti in Regione per l'esame e la convalida finale. L'obiettivo è iniziare a lavorare il prima possibile per non trovarci in difficoltà una volta esaurite le aree oggi disponibili». •.

Fabio Tomelleri

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