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«Le rivelazioni sui Pfas sono drammatiche»

Il professore Carlo Foresta che ha guidato la ricerca
Il professore Carlo Foresta che ha guidato la ricerca
Il professore Carlo Foresta che ha guidato la ricerca
Il professore Carlo Foresta che ha guidato la ricerca

«Le scoperte relative all'influenza dei Pfas sulla fertilità maschile sono letteralmente drammatiche, per questo ora è necessario che venga effettuato un approfondito studio epidemiologico, grazie al quale sarà possibile chiedere conto in sede giudiziaria anche di questi problemi a chi ha causato l'inquinamento delle acque, dell'ambiente e delle persone». Il giorno dopo la diffusione della notizia che un'equipe di ricercatori guidata dal professore di endocrinologia a Padova Carlo Foresta ha trovato nel liquido seminale e negli spermatozoi di giovani residenti nella zona rossa tracce delle sostanze perfluoro-alchiliche - in grado di mettono a rischio la fertilità maschile e, in caso di fecondazione, di essere trasmesse agli embrioni - arriva una chiara presa di posizione da chi si batte contro la contaminazione e per fare piena luce nell’accertamento delle conseguenze sulla salute di chi ive nella zona rossa. «Già si sapeva che i Pfas vengono passati ai bambini attraverso la placenta e il latte materno, così come studi internazionali dicono che essi entrano anche nel Dna», spiega una delle Mamme no Pfas veronesi, la legnaghese Michela Zamboni. «La conferma che queste sostanze finiscono anche negli spermatozoi maschili rende il quadro ancora più terribile. A questo punto diventa ancora più pressante la necessità di stabilire limiti pari a zero per quanto riguarda le sostanze perfluoro-alchiliche nell'acqua e negli scarichi». Il richiamo alle responsabilità giudiziaria arriva alla vigilia del 12 ottobre, giorno nel quale si sarebbe dovuto riprendere in tribunale a Vicenza l' udienza preliminare del processo per avvelenamento delle acque e disastro innominato legato al caso Pfas.In realtà la Procura ha chiesto il rinvio dell'udienza, in previsione della fusione del procedimento con altri due - per reati ambientali, che, come evidenziano i legali degli enti gestori del servizio idrico, sono di fatto permanenti, e bancarotta - dei quali sono state recentemente concluse le indagini. Nel frattempo l'Inail ha riconosciuto che i lavoratori di Miteni, azienda di Trissino considerata la fonte principale dell'inquinamento, possono ottenere il riconoscimento di malattia professionale per le elevate concentrazioni nel loro sangue dei Pfas. •

Luca Fiorin

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