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A Bonavigo

La secca dell’Adige restituisce le mura del castello Morando

Le antiche mura I reperti del castello medievale emersi in riva all’Adige
Le antiche mura I reperti del castello medievale emersi in riva all’Adige
Le antiche mura I reperti del castello medievale emersi in riva all’Adige
Le antiche mura I reperti del castello medievale emersi in riva all’Adige

Se l'Adige in secca è un problema per gli agricoltori, non lo è invece per gli appassionati di archeologia e di storia locale. Da qualche giorno, infatti, a Bonavigo sono emersi dalle acque del fiume i resti delle mura del vecchio castello Morando, che testimoniano come nell'antichità il piccolo paese dell’Adige Fratta fosse un importante centro abitato e porto fluviale. I reperti, spuntati sulla sponda sinistra dell'Adige, sono ben visibili da chiunque attraversi il ponte che collega il paese a Roverchiaretta.

La scoperta È un ritrovamento di grande importanza, perché si pensava che le antiche mura fossero andate perdute, trascinate via nei secoli dalla corrente dell’Adige. «È stata una bella scoperta, del tutto inaspettata, perché finora, a causa del limo e del fango», commenta Gianni Rigodanzo, presidente dell’associazione Adige Nostro ed ispettore onorario della Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto e per l’archeologia delle acque della provincia di Verona, «queste mura non erano mai state visibili. Ma le correnti e le piene degli ultimi anni le hanno ripulite». Il ritrovamento, inoltre, rivela una nuova posizione delle mura del castello. «Siamo sempre stati convinti che si trovassero più all'interno, verso il paese, invece che sul fiume», osserva l'ispettore. La storia «Le mura di Bonavigo sono state costruite durante la dominazione nel Veronese dei Signori Della Scala, che qui avevano una fattoria scaligera», spiega Lorenzo Saggioro, storico del paese. Si trattava di un piccolo villaggio rurale circondato da numerosi terreni agricoli, gestito da uomini di fiducia della nobile famiglia.

All'epoca, l'Adige non era arginato e queste murature avevano lo scopo di proteggere l'abitato dalle piene e dai possibili attacchi nemici. «Oltre alla funzione difensiva, costituivano un punto di attracco per le barche», prosegue Saggioro. In passato, il fiume era un'importante via di commercio e Bonavigo era un cosiddetto porto privilegiato, dove potevano attraccare solo i ricchi commercianti e senza pagare dazio. «Per facilitare il carico e lo scarico delle merci, la parte superiore delle mura era carrabile, favorendo così anche il trasporto all'interno del paese», precisa lo storico.

Le vecchie mura continuarono ad essere utilizzate come attracco non solo nel periodo medievale ma anche nei secoli successivi, fino a quando le continue piene dell'Adige iniziarono a far cedere la struttura. Così, gradualmente, furono sostituite dagli argini. Il castello I resti appartengono ad un unico muro, spezzato in più parti. Il pezzo emerso più grande misura circa quattro metri e fa parte della sezione portante, riconoscibile dai mattoni pieni. Nelle vicinanze, o appena sotto la superficie dell'acqua, è possibile vedere alcune parti carrabili, dove i mattoni hanno invece una forma quadrata.

Tra le porzioni riaffiorate e quelle insabbiate si stima che la lunghezza di questo muro sia superiore ai 100 metri per una larghezza di quasi due. «Per conoscerne le dimensioni effettive», conclude Rigodanzo, «si dovranno però effettuare delle prospezioni subacquee. In ogni caso, ci troviamo di fronte a delle mura imponenti, simili a quelle del castello di Coriano scoperte anni fa». Le ricerche Il ritrovamento, già segnalato alla Soprintendenza, rappresenta un importante punto di partenza per nuove ricerche archeologiche e storiografiche sul paese, che porteranno all'aggiornamento dell'attuale mappa dei rinvenimenti nell'Adige. Dopo la sconfitta degli Scaligeri nella battaglia di Castagnaro, che segnò la fine della nobile famiglia, le proprietà furono vendute o donate ad altri nobili, ricchi mercanti, confraternite e istituti religiosi. Il porto, il castello e i terreni di Bonavigo vennero acquistati nel 1408 dai conti Morando de' Rizzoni. Così il maniero prese il nome dei nuovi proprietari, che lo abitarono a lungo.•.

Laura Bronzato

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