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La San Vincenzo rinnova il suo «guardaroba»

Il nuovo magazzino della San Vincenzo allestito nei locali concessi dall’Istituto Canossiano DIENNEFOTOGabriella Zanferrari, presidente della San Vincenzo
Il nuovo magazzino della San Vincenzo allestito nei locali concessi dall’Istituto Canossiano DIENNEFOTOGabriella Zanferrari, presidente della San Vincenzo
Il nuovo magazzino della San Vincenzo allestito nei locali concessi dall’Istituto Canossiano DIENNEFOTOGabriella Zanferrari, presidente della San Vincenzo
Il nuovo magazzino della San Vincenzo allestito nei locali concessi dall’Istituto Canossiano DIENNEFOTOGabriella Zanferrari, presidente della San Vincenzo

Locali nuovi e più ampi per il «guardaroba» della Conferenza San Vincenzo De Paoli, l’associazione legata alla parrocchia del Duomo di Legnago, che opera nell’ambito dell’organizzazione caritativa cattolica fondata nel 1833 a Parigi dal Beato Federico Antonio Ozanam.

Il gruppo, costituito da 17 «vincenziani» e otto volontari, tra i quali anche alcuni assistiti, ha infatti inaugurato - o meglio «benedetto», come ha sottolineato l’ex parlamentare Gabriella Zanferrari, presidente del sodalizio dal 2012 – i locali che l’Istituto canossiano ha messo a disposizione in via XXIV Maggio 3/A.

La San Vincenzo, che finora aveva portato avanti questo servizio in una stanza attigua all’ufficio parrocchiale del Duomo, può ora contare su una sala adibita a magazzino ed una a «guardaroba», dove le persone con difficoltà economiche possono ricevere indumenti. Ma anche stoviglie, coperte, passeggini per bambini, biancheria ed altro materiale per la casa. Proprio grazie a questi nuovi spazi, la San Vincenzo ha potuto anche ampliare la fascia oraria sia del ricevimento abiti sia della distribuzione. Chi vuole donare indumenti ed altri oggetti può farlo il lunedì ed il mercoledì, alle 16, mentre le persone che desiderano qualche abito possono recarsi alla struttura il martedì, dalle 15 alle 17, ed il giovedì, dalle 9.30 alle 11. «In genere», ha spiegato la presidente Zanferrari, «serviamo ogni volta dalle 15 alle 20 persone. Si tratta per lo più di stranieri, in prevalenza marocchini e africani della fascia subsahariana e giovani famiglie, mentre gli italiani, forse intimoriti da una sorta di vergogna, rappresentano una minoranza. Alcuni vengono spesso, magari sono uomini e donne che seguiamo già al Centro d’ascolto del giovedì pomeriggio all’ufficio parrocchiale, mentre altri ci contattano con minor frequenza».

In ogni caso, le necessità restano parecchie. A parte gli indumenti, per donna, uomo e bambino, che vengono offerti in grande quantità, a mancare sono soprattutto biancheria, coperte, lenzuola, stoviglie, pentole e scarpe da uomo che l'associazione invita perciò a donare. All’apertura ufficiale dei nuovi locali erano presenti, oltre ai volontari, il presidente della San Vincenzo di Verona, Umberto Corà, suor Annalisa Perina, madre superiora della Comunità canossiana di Legnago, il parroco del Duomo, don Diego Righetti, che ha benedetto il «guardaroba», una rappresentanza della San Vincenzo di Vangadizza, il sindaco Clara Scapin e l’assessore Claudio Marconi. «Dobbiamo essere aperti alla città», ha ricordato Zanferrari, «e farci carico di queste povertà. Il nostro è un impegno di vita sociale e di testimonianza illuminato dalla preghiera». «Associazioni come queste», ha osservato don Righetti, «ci ricordano che è ineliminabile da ogni essere umano la dignità, così come il diritto ad essere accolto come tale. Si tratta di una questione civica che appartiene a tutta la società». La San Vincenzo di Legnago ha mosso i suoi primi passi alla fine degli anni Venti del secolo scorso, sotto forma di conferenza maschile. In seguito si è formata quella femminile sino alla fusione delle due conferenze, avvenuta nel gennaio del 1992. Tuttavia, alcuni documenti testimoniano l’esistenza di gruppi di carità presenti nella parrocchia di San Martino fin dalla prima metà del 1800, sempre a sostegno delle fasce disagiate della popolazione.

Elisabetta Papa

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