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La protesta di Bigon «Riaprite il Punto di primo intervento»

A Venezia si leva una voce di protesta dal consiglio regionale per la chiusura del Punto di primo intervento di Bovolone, avvenuta a partire da venerdì pomeriggio 20 marzo. Il personale è stato trasferimento all’ospedale di Legnago per fronteggiare l’emergenza coronavirus e permettere così una rimodulazione della struttura sanitaria. A criticare il provvedimento è Anna Maria Bigon (Partito democratico) che, dopo aver ribadito come il Punto di primo intervento di Bovolone sia un riferimento importante per un ampio bacino di utenza, si è fatta portavoce dei cittadini che chiedono garanzie sulla riapertura. «Adesso», ha dichiarato la consigliere Bigon, «l’unico servizio assicurato è quello della guardia medica, importante ma non sufficiente. Il Punto di primo intervento all’ospedale di Bovolone è un servizio indispensabile, visto l’ampio bacino di riferimento: la Regione avrebbe dovuto implementarlo anziché chiuderlo, seppur momentaneamente. Adesso, in caso di urgenza, la struttura più vicina è il Pronto soccorso del Mater Salutis di Legnago a troppi chilometri di distanza. Questo stop», conclude Bigon, «preoccupa i lavoratori ma soprattutto i cittadini, il bacino di riferimento è piuttosto vasto con 50 - 60 accessi giornalieri, che non hanno alcuna certezza sul ritorno alla situazione pre-emergenziale». La protesta è stata messa nero su bianco in una interrogazione che chiama a rispondere l’assessore regionale Lanzarin per chiedere di intervenire sull’Ulss 9, in modo da avere delle garanzie sui tempi di riapertura. •

RO.MA.

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