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La fattoria Tezon
affida il benessere
anche alle api

Nuova vita alla fattoria sociale del Tezon, grazie all’allevamento delle api. Dopo aver attivato i primi progetti di inserimento lavorativo nel settore primario, in collaborazione con l’Ulss, la cooperativa «Promozione Lavoro» ha iniziato ufficialmente a dedicarsi all’apicoltura. I responsabili della fattoria sociale hanno acquistato la prima arnia «top bar», detta anche «arnia del popolo», perché le sue caratteristiche e la sua forma si avvicinano alla natura e alla crescita delle api in modo armonioso, non industriale, e ne evitano lo sfruttamento. È un’arnia dove le api costruiscono favi dall’alto verso il basso, come in natura. «L’obiettivo è quello di migliorare il microambiente della fattoria», spiegano dalla coop, «il miele prodotto sarà infatti una mescolanza tra gli alberi da frutto, le piante da orto, i sovesci e i campi fioriti, che utilizzeremo per gestire le erbe infestanti». Il primo miele prodotto entro fine anno sarà dunque un millefiori. Nel 2018 l’azienda otterrà la certificazione biologica.

Attualmente, al Tezon, sono impiegati dai 5 agli 8 lavoratori stagionali. Si tratta di persone con disabilità fisica, psichica, intellettiva e sensoriale, e di persone con svantaggio sociale, tutte segnalate dal Servizio di integrazione lavorativa (Sil) dell’Ulss 9. Per insegnare ai lavoratori l’«arte» dell’apicoltura, i responsabili della fattoria si avvarranno della consulenza di un apicoltore professionista che seguirà il progetto fintanto che il personale del Tezon non diventerà autonomo. Nella primavera del 2018 verranno acquistate altre 4 arnie. «Amplieremo l’attività solo se ce ne sarà bisogno, in base a quante famiglie di api si formeranno», chiariscono dalla coop. «Le api serviranno per l’impollinazione delle piante, per i percorsi educativi con i bambini e per la produzione di miele».

Intanto, la fattoria prosegue nella raccolta e vendita di prodotti della terra: frutta, verdura di stagione e, a breve, farine non raffinate di alta qualità, usate anche al forno del carcere di Montorio per produrre il pane che rifornisce non solo la casa circondariale ma anche le mense delle scuole di Verona.P.B.

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