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«L’obiettivo Pfas zero
centrato in tutti i Comuni»

La conferenza stampa sui Pfas, a Padova, del direttore dell'Arpav Nicola Dell'Acqua e dell'assessore regionale all'ambiente Gianpaolo Bottacin
La conferenza stampa sui Pfas, a Padova, del direttore dell'Arpav Nicola Dell'Acqua e dell'assessore regionale all'ambiente Gianpaolo Bottacin
La conferenza stampa sui Pfas, a Padova, del direttore dell'Arpav Nicola Dell'Acqua e dell'assessore regionale all'ambiente Gianpaolo Bottacin
La conferenza stampa sui Pfas, a Padova, del direttore dell'Arpav Nicola Dell'Acqua e dell'assessore regionale all'ambiente Gianpaolo Bottacin

L’obiettivo Pfas zero è stato raggiunto in tutti i 21 Comuni che fanno parte dell’area maggiormente esposta alla contaminazione di acque ed ambiente da sostanze perfluoro-alchiliche. Un territorio che si estende anche nel Vicentino e nel Padovano e che, per quanto concerne il Veronese, comprende 13 territori: Albaredo, Arcole, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant’Anna, Cologna, Minerbe, Legnago, Pressana, Roveredo, Terrazzo, Veronella e Zimella.

La notizia è stata data ieri a Padova nella sede dell’Arpav da Nicola Dell’Acqua, che è il direttore dell’agenzia regionale per l’ambiente e il coordinatore della commissione Ambiente e salute, e dall’ assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin. «Negli ultimi 15 giorni abbiamo realizzato un’attività volta ad aumentare l’abbattimento degli inquinanti che ha portato a una presenza di Pfas inferiore al minimo tecnicamente rilevabile», ha spiegato Dell’Acqua. Precisando che già attualmente i rilievi che vengono condotti in Veneto sono ben al di sotto della soglia prevista dalla legge per quanto riguarda il cosiddetto zero tecnico e che è in atto un percorso volto a scendere ancora più in basso.

LA RIDUZIONE sin alla quasi eliminazione dei Pfas è sinora stata possibile grazie all’adozione di nuove soluzioni tecniche. Nel Vicentino si è intervenuti modificando alcuni collegamenti per quanto riguarda l’approvvigionamento degli acquedotti mentre nel Veronese è stato migliorato l’utilizzo dei filtri a carboni attivi, che sono presenti già dal 2014 ma di cui ora è stata aumentata la frequenza di sostituzione.

«Acque Veronesi, con un lavoro praticamente senza sosta, è riuscita ad arrivare a quota zero già il 6 ottobre scorso», ha spiegato la consigliere della società Paola Briani. «In effetti del raggiungimento del risultato migliore fra quelli che avremmo potuto sperare avevamo la conferma già almeno tre giorni fa, ma abbiamo aspettato a rendere pubblica la notizia per essere sicuri che l’acqua fosse a posto anche nelle utenze più lontane», ha aggiunto Dell’Acqua.

La rincorsa allo zero era iniziata negli ultimi giorni di settembre, in seguito all’emanazione di propri limiti relativi alla presenza di Pfas nell’ acqua potabile da parte della Regione. «Si tratta dei limiti più bassi al mondo», ha riaffermato ieri Dell’Acqua; spiegando che sono gli unici ad avere come obiettivo per quanto riguarda Pfos e Pfoa, le due sostanze della famiglia Pfas che sono risultate essere storicamente più presenti nella nostra area, lo zero. «Si tratta di un obiettivo che ora abbiamo raggiunto e che è oggetto di un piano volto a garantirne il mantenimento per i prossimi cinque anni, in attesa della realizzazione delle condotte che faranno arrivare acqua pulita da aree esterne a quella inquinata», ha aggiunto il direttore dell’ Arpav.

PARLANDO di un piano che prevede interventi infrastrutturali che saranno a carico della Regione o delle società di gestione, la spesa ipotizzata è di 2,2 milioni di euro, di cui 1,2 a carico di Venezia, e di spese di gestione che finiranno per gravare sulle bollette. Per quanto riguarda Acque Veronesi - che prevede di realizzare una nuova batteria di filtri entro nove mesi, anche se Dell’Acqua anche ieri ha ribadito che dovrà farcela in 3 o 4 - si ipotizza un rincaro dell’1 o 2 per cento su base annua per cittadino, che potrebbe essere applicato nel giugno del prossimo anno o nel 2019. Nel Vicentino, invece, l’incremento è previsto all’1 per cento.

«La legge prevede che le tariffe coprano i costi, anche se nel rispetto del principio secondo il quale chi inquina paga», ha precisato Bottacin. Affermando che «i soldi che verranno chiesti in più ai cittadini per il problema Pfas saranno loro restituiti quando la magistratura si pronuncerà in merito alle responsabilità per i danni ambientali procurati».

SE LO STESSO ASSESSORE ha affermato che non ci sono novità per quanto riguarda l’arrivo degli 80 milioni per le nuove condotte da Roma, sia lui che Dell’Acqua hanno risposto alle domande sul come mai i Pfas siano stati ridotti a zero in pochi giorni solo ora, anche se l’inquinamento è noto dal 2013, spiegando che sino a pochi giorni fa la Regione ha seguito le indicazioni delle istituzioni romane.

«Quando il Ministero ci ha detto di arrangiarci per i limiti lo abbiamo fatto, e questi sono i risultati», ha detto Bottacin. «Adesso presenteremo anche una proposta tecnica di modifica della normativa, volta a garantire che in futuro non si ripetano situazioni come questa», ha invece concluso Dell’Acqua.

Luca Fiorin

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