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NELL'ADIGE GUA'

Nella Bassa si prega per invocare la pioggia: «Ma non è magia»

Siccità: il torrente Guà
Siccità: il torrente Guà
Siccità: il torrente Guà
Siccità: il torrente Guà

Preghiera esaudita: la tanto sospirata pioggia è arrivata. Il Cammino, in ascolto dell’enciclica di papa Francesco «Laudato sì», proposto giovedì dal gruppo ministeriale dell’Unità pastorale di Roveredo di Guà, Caselle, Crosare e Pressana, ha raggiunto i suoi scopi: il primo, far riflettere sulla responsabilità dell’uomo riguardo ai cambiamenti climatici; il secondo, pregare affinché le precipitazioni arrivino ad interrompere il lunghissimo periodo di siccità che ha assetato paesi e campagne in questi mesi estivi. I temporali e le piogge che si sono abbattuti nella pianura veronese nella notte tra sabato e domenica, e ancora nella mattinata di ieri, sono stati la risposta più bella alla piccola mobilitazione popolare e devozionale di giovedì sera.

 

I fedeli, accorsi dalle quattro parrocchie all’oratorio di San Gaetano di Roveredo, hanno compiuto un piccolo percorso simbolico a tappe, soffermandosi in luoghi particolarmente significativi. Uno di questi è stato senz’altro la chiavica Giacomelli, opera idraulica risalente ai tempi della Serenissima che ha lo scopo di regolare il flusso d’acqua, in buona parte dei canali irrigui di Roveredo. «Siamo fortunati ad avere a disposizione l’acqua dell’Adige, tramite il Leb, per irrigare i campi», hanno commentato i «pellegrini dell’acqua» roveredani e pressanesi, «ma ciò non significa che non ci rendiamo conto di quanto drammatica sia la situazione». Tra i passi dell’enciclica papale meditati c’è quello che recita: «Il diritto all’acqua è determinante per la sopravvivenza delle persone e decide il futuro dell’umanità. È prioritario anche educare le prossime generazioni circa la gravità di questa realtà».

 

Grazie alla camminata, che aveva anche lo scopo di invocare il dono della pioggia, «abbiamo potuto osservare la nostra realtà di campagna per ampliare poi lo sguardo sulla complessità del rapporto fra uomo e ambiente», raccontano i parrocchiani. «La preghiera per la pioggia non è qualcosa di magico, piuttosto aiuta la comunità cristiana a divenire più consapevole dell’emergenza ambientale che si sta vivendo e, riferendosi ad un Dio creatore, ci ricorda come il creato non va dominato o saccheggiato, bensì sia necessario adottare uno stile di vita ecologicamente responsabile». In questo periodo, nei campi dell’Adige Guà, si sta iniziando la semina del radicchio, una coltura che all’inizio necessita di abbondante acqua. Il successo del Cammino itinerante può fungere da incoraggiamento per altre iniziative simili, se dovessero permanere condizioni di caldo secco e torrido anche nella seconda parte della stagione estiva.

Paola Bosaro

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