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La disavventura di un legnaghese

In vacanza fuori regione gli negano le pillole vitali: denuncia al ministero

Un cliente di una farmacia mentre fa scorta dei suoi farmaci
Un cliente di una farmacia mentre fa scorta dei suoi farmaci
Un cliente di una farmacia mentre fa scorta dei suoi farmaci
Un cliente di una farmacia mentre fa scorta dei suoi farmaci

Niente esenzione per il farmaco salva-vita richiesto fuori regione. Protesta il Tribunale per i diritti del malato di Legnago direttamente col ministro della Salute Roberto Speranza e con il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Durante una lunga vacanza lontano da casa, può accadere che qualche medicinale, di cui magari si era fatta scorta alla partenza, possa esaurirsi anzi tempo. Tuttavia, le innovazioni tecnologiche, come il «fascicolo elettronico» e la «ricetta elettronica», hanno reso più rapido per i pazienti ottenere la prescrizione dei farmaci di cui necessitano, da parte del proprio medico, senza dover recarsi in ambulatorio.

 

La procedura, tuttavia, può riservare delle brutte sorprese, come è successo a Roberto Venditti, responsabile del Servizio di tutela del «Tribunale per i diritti del Malato e dell’anziano – Cittadinanzattiva» di Legnago (Verona). Il battagliero attivista del sodalizio presieduto da Maria Manara, che a fine maggio ha trascorso un paio di settimane al Lido degli Estensi (Ferrara), ha constatato le difficoltà per procurarsi, con ricetta elettronica, il «Ranexa», farmaco anti-ischemico assunto dalle persone cardiopatiche, fuori dal Veneto. «Sfortunatamente», rivela Venditti, «durante la vacanza mi sono accorto di aver finito le mie pillole salva-vita.

 

Ho telefonato al mio medico di base il quale, puntualmente, ha caricato la ricetta dematerializzata del medicinale». La «doccia fredda» per Venditti è arrivata quando si è recato nella farmacia della località balneare, convinto, come a Legnago, di poter ritirare gratuitamente il farmaco soggetto ad esenzione. «La farmacista», sottolinea il referente del servizio del Tribunale, «dopo essersi consultata con i colleghi, mi ha detto che potevo avere il farmaco solo a pagamento. Faccio notare che il costo di una confezione è di 100 euro. Alla mia richiesta di spiegazioni mi è stato risposto che l’Emilia Romagna non ha attivato l’erogazione dei medicinali di fascia A – ovvero quelli ritenuti essenziali - direttamente in farmacia e che dovevo rivolgermi all’ospedale più vicino, quello di Lagosanto, che però dista diversi chilometri da Lido degli Estensi».

 

Il responsabile Venditti riferisce: «Vane sono state quindi le mie telefonate sia al numero verde istituito dalla Regione emiliana che alla farmacia del polo ospedaliero di Lagosanto. La risposta che ho ottenuto è sempre stata la stessa, ovvero che non risiedendo io in Emilia Romagna non potevano farci nulla e che si attenevano a precise disposizioni regionali».

 

«Alla luce di tutto ciò», puntualizza Venditti, «non ho voluto pagare il medicinale per non avvallare questa procedura che provoca danno anche all’immagine dei Lidi ferraresi, vista l’alta affluenza di turisti da fuori regione. Ho così ridotto, a mio rischio e pericolo, le dosi delle pillole per farmele bastare fino al rientro a Legnago».

 

La disavventura di Venditti è sfociata quindi in una lettera di protesta che ha inviato in questi giorni non solo al presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini ma anche al ministro della Salute Speranza, al premier Mario Draghi e al governatore del Veneto Luca Zaia. «Si tratta», conclude Venditti, «di una mancanza di rispetto nei confronti del turista, dell’anziano, quale io sono, e del paziente che necessita di farmaci essenziali»..

Fabio Tomelleri

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