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Il tubo dell’Arica raggiunge il depuratore di Cologna

Il «tubone» Arica, che attualmente scarica nel fiume Fratta-Gorzone a Sule di Cologna Veneta le acque reflue dei depuratori vicentini di Arzignano, Montecchio Maggiore, Montebello, Trissino e Lonigo, verrà prolungato sino al depuratore di Sabbion, sempre a Cologna. Ci sono i soldi, ci sono i progetti e c’è l’intenzione di avviare il bando di gara entro il prossimo anno. A dare la notizia che l’idea di allungare di 3,8 chilometri il collettore sta per diventare realtà è Antonio Mondardo, presidente di Arica, il consorzio con sede ad Arzignano che gestisce il sistema formato dai cinque depuratori e dal tubo che ne convoglia gli scarichi e li trasporta a valle. Scarichi che contengono, fra l’altro, i residui delle concerie della valle del Chiampo, che è uno dei poli di lavorazione della pelle più importanti d’Europa, oltre ai Pfas. Si tratta di scarichi che rispettano le regole vigenti, va detto, anche se la loro presenza nel Fratta-Gorzone viene diluita tutto l’anno grazie ad acqua pulita, che è derivata dal canale artificiale Leb e proviene dall’Adige. Mondardo lunedì era a Cologna, per una manifestazione dallo spirito ecologista che viene organizzata da qualche anno da Arica ed è rivolta alle scuole. Di buon grado, a margine di tale iniziativa, ha accettato di parlare anche del prolungamento del «tubone». «Avevamo elaborato una prima ipotesi che prevedeva di realizzare l’allungamento in due fasi: la prima avrebbe portato il collettore sino alla zona compresa fra via Croce e Sabbion e la seconda da lì al collettore», spiega Mondardo. «Questa idea, che prevedeva una suddivisione per stralci dovuta a questioni di copertura finanziaria, era già stata oggetto di una progettazione, che abbiamo presentato lo scorso mese di dicembre e che ha poi superato la Valutazione di impatto ambientale (Via)». Siccome si trattava di spendere in tutto circa 11 milioni, ma ne erano disponibili soltanto 4 derivanti da un contributo del ministero dell’Ambiente legato all’Accordo di programma per la tutela delle risorse idriche del bacino del Fratta-Gorzone, Arica voleva procedere un passo per volta. «Poi, però, ci siamo resi conto che era il caso di fare un unico intervento, per la cui copertura, in aggiunta ai 4 milioni del ministero, provvederemo con nostri fondi», precisa il presidente di Arica. «Stiamo preparando la nuova richiesta di Via, che presenteremo entro poche settimane; l’intenzione è quella di arrivare entro la fine del prossimo anno a pubblicare il bando di gara, in modo da poter aprire i cantieri nel 2021».

LU.FI.

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