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«Il trapianto? È il più bel regalo di Natale»

Irene Marchiella in ospedaleIrene Marchiella con il marito Mauro Nuvolari e la piccola Ambra
Irene Marchiella in ospedaleIrene Marchiella con il marito Mauro Nuvolari e la piccola Ambra
Irene Marchiella in ospedaleIrene Marchiella con il marito Mauro Nuvolari e la piccola Ambra
Irene Marchiella in ospedaleIrene Marchiella con il marito Mauro Nuvolari e la piccola Ambra

Lo scorso giugno aveva scoperto di essere affetta da una grave e rara forma di leucemia. Grazie ad una campagna di sensibilizzazione, sostenuta anche dal nostro giornale, è stato trovato un donatore compatibile per Irene Marchiella, una 34enne di Gazzo mamma di una bambina di 10 mesi. Tra la fine di novembre e i primi giorni di dicembre è stata così sottoposta a trapianto di midollo all’ospedale di Borgo Roma, a Verona, che è perfettamente riuscito. Ed ora si prepara a festeggiare il Natale con la famiglia. «Tutto ciò», confida Irene, «grazie ad un’anonima donatrice tedesca che non smetterò mai di ringraziare». La giovane scoprì di essere affetta da leucemia alcuni mesi dopo il parto. «Improvvisamente e senza apparente motivo», ricorda, «mi sono comparsi sulle braccia e sulle gambe enormi ematomi come avessi preso delle botte. Preoccupata, mi recai subito in ospedale e, dopo analisi approfondite, scoprirono che ero affetta da leucemia linfoblastica acuta Ph+». A quel punto si è subito mobilitata l’Avis di Castel d’Ario, paese della vicina provincia di Mantova, dove Irene ha abitato fino allo scorso giugno prima di trasferirsi a Gazzo, accanto ai suoi genitori. L’appello dell’Avis è stato subito raccolto dall’Abeo di Mantova e dall’Admor di Verona, oltre che da tante altre associazioni che si occupano di questi casi. Alla fine, il donatore compatibile è stato trovato in Germania. «Inizialmente mi era stato detto che si trattava di un giovane tedesco ma ora ho saputo che il midollo che mi è stato trapiantato appartiene invece ad una donna, sempre tedesca», riferisce Irene. Le terapie propedeutiche al trapianto sono iniziate il 18 novembre. «Purtroppo la preparazione iniziale, essendo costituita da farmaci abbastanza potenti», continua, «mi ha causato una mucosite che mi ha fatto assomigliare ad un pesce palla. Mi era impossibile parlare, mangiare e deglutire a causa del dolore». Irene, sfortunatamente, è risultata anche intollerante alla morfina. Pertanto, i medici non potevano fare molto per lenire la sua sofferenza. «Alla fine una soluzione l’hanno fortunatamente trovata», confida la 34enne abbozzando un sorriso. Ricorda il giorno del trapianto che avviene con una semplice trasfusione. «La sera che è arrivata la mia sacca», confida Irene, «mi sono commossa tantissimo. Avevo il cuore colmo di emozioni: un angelo mi stava donando una seconda opportunità di vita. Ora credo di essere nel momento più delicato della mia seconda vita. È un percorso molto duro, complesso. Chi non ha visto passare davanti ai suoi occhi luce e tenebre insieme, credo non potrà mai comprendere appieno tutti i momenti di sconforto che ho vissuto». Stanchezza, nausea, vomito, male ovunque, la caduta dei capelli, inappetenza, gli occhi immancabilmente tristi e spenti. «Nonostante ciò», assicura Irene, «non ho mai perso il sorriso. Ringrazierò tutta la vita questa anonima donna tedesca che non potrò mai conoscere. Ho pianto e mi sono emozionata nel vedere racchiusa in un sacchetto la mia seconda vita. La mia clessidra del tempo forse non è finita, forse ho ancora tempo di vivere veramente, di restare accanto a mio marito Mauro Nuvolari e alla mia piccola Ambra. È stato il più bel regalo di Natale che potessi ricevere». Il midollo ha già iniziato a «lavorare» ma servirà qualche mese per capire se tutto va per il meglio. Dal letto d’ospedale, la battagliera Irene rilancia il suo appello: « «Chiedo ai ragazzi tra i 18 e 35 anni, con peso di almeno 50 chili e in buona salute di iscriversi per diventare donatore di midollo osseo. Non è doloroso per il donatore. L’estrazione avviene tramite aferesi, ossia una procedura semplice simile alla donazione del sangue. Solo una persona su 100mila è compatibile e potreste essere voi a salvare un bambino, una donna, un uomo. Io ho avuto il mio angelo. Perché non potreste esserlo pure voi?». •

Lino Fontana

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