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Il prefetto firma due interdittive

La direzione distrettuale antimafia ha gli occhi puntati sul nostro territorio per il pericolo di infiltrazioni mafioseIl prefetto Donato Cafagna
La direzione distrettuale antimafia ha gli occhi puntati sul nostro territorio per il pericolo di infiltrazioni mafioseIl prefetto Donato Cafagna
La direzione distrettuale antimafia ha gli occhi puntati sul nostro territorio per il pericolo di infiltrazioni mafioseIl prefetto Donato Cafagna
La direzione distrettuale antimafia ha gli occhi puntati sul nostro territorio per il pericolo di infiltrazioni mafioseIl prefetto Donato Cafagna

Altre due interdittive antimafia firmate dal prefetto Donato Cafagna, sono state notificate ieri nella nostra provincia. Il prefetto le ha adottate nei confronti di altrettante ditte operanti nel settore degli autotrasporti e in agricoltura. Si tratta della «Ncd Trasporti Srl Unipersonale» con sede a Povegliano Veronese, per la quale sono emerse evidenze di un concreto ed attuale rischio di infiltrazione mafiosa con collegamenti ad una cosca della ’ndrangheta. Le verifiche, effettuate dal Gruppo interforze antimafia, hanno permesso di scoprire che la società è stata costituita in capo ad un prestanome, in continuità con altra azienda, già oggetto di attenzione da parte della prefettura e colpita da provvedimenti inibitori, dalla quale acquisiva mezzi, forniture e risorse. La seconda interdittiva è nei confronti della «Agripol», con sede a Palù, ed è conseguente alla verifica della sussistenza di una condanna definitiva di patteggiamento per un reato ostativo, ai sensi della normativa antimafia. «Il cittadino deve sentirsi tranquillizzato da un attività di repressione sempre più incisiva», ha detto il prefetto Cafagna, reduce ieri da un incontro in camera di commercio con l'associazione delle categorie e le forze dell'ordine cui ha partecipato anche Avviso pubblico, «abbiamo fatto informazione e formazione ai rappresentanti di categoria», ha sottolineato il prefetto Cafagna che da inizio pandemia Covid-19, ha evidenziato più volte il pericolo che in una crisi economica di queste portata, mai avvenuta prima nel nostro Paese, ci possano essere infiltrazioni di stampo mafioso. E sono i numeri, anche a livello nazionale, che debbono mettere in guardia. Giovedì, l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha presentato a Montecitorio la relazione annuale. Il report dà conto non solo delle attività svolte nel 2019, ma traccia un bilancio complessivo dal 2014 ad oggi, gli anni di attività del primo Consiglio dell’Autorità, il cui mandato è in scadenza. Inoltre, l’emergenza sanitaria scatenata dalla pandemia da Covid-19, ha spinto l’Autorità ad arricchire la Relazione di un focus sui primi mesi del 2020. Nella Relazione ancora numeri preoccupanti sui fenomeni corruttivi. Eccone alcuni: 633 interdittive antimafia nel 2019 (+10,5%), oltre 70 informative in più del 2018. In 5 anni sono più di 2500. Nel 2019 sono stati 4 gli appalti commissariati grazie all’intervento ANAC (44 dal 2014). L’emergenza Covid-19 ha evidenziato la capacità delle mafie di adattarsi, sfruttando la situazione. «Le organizzazioni criminali», spiega il presidente Anac Francesco Merloni, «ricorrono sempre più spesso a sistemi corruttivi approfittando anche delle situazioni emergenziali come quella in corso, con effetti devastanti sul sistema economico e sulle imprese sane, già pesantemente colpite dalla crisi». Sono una trentina le interdittive emesse negli ultimi anni. Quattro sono quelle emesse nel 2019, e in due casi sono stati emessi due dinieghi di iscrizione a white list. Anche nel 2018 c’erano stati quattro provvedimenti interdittivi. «Abbiamo prestato particolare attenzione al monitoraggio dell’esecuzione delle interdittive antimafia, specialmente per quanto riguarda il settore dei trasporti e della distribuzione di carburanti, intervenendo nei confronti degli enti competenti per l’autorizzazione e la vigilanza per assicurare l’effettività delle misure antimafia», aveva detto il prefetto Cafagna alcune settimane fa. Va ribadito che le interdittive hanno passato tutte il vaglio del Tar e del Consiglio di Stato. Le interdittive antimafia sono importanti perchè escludono che la ditta interessata possa avere qualsiasi rapporto contrattuale con la pubblica amministrazione, poichè sono considerata non affidabile. •

Alessandra Vaccari

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