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Il parroco sventa furto notturno in chiesa

Don Daniele accolto dal sindaco nel 2018 al suo arrivo in paese La porta forzata dal ladro con gli arnesi da scasso lasciati sul posto
Don Daniele accolto dal sindaco nel 2018 al suo arrivo in paese La porta forzata dal ladro con gli arnesi da scasso lasciati sul posto
Don Daniele accolto dal sindaco nel 2018 al suo arrivo in paese La porta forzata dal ladro con gli arnesi da scasso lasciati sul posto
Don Daniele accolto dal sindaco nel 2018 al suo arrivo in paese La porta forzata dal ladro con gli arnesi da scasso lasciati sul posto

Si sveglia di soprassalto e mette in fuga il ladro che voleva introdursi in chiesa. Il sonno leggero e la prontezza di riflessi hanno consentito a don Daniele Muraro, 54enne parroco di Isola Rizza, di sventare, nella notte tra giovedì e venerdì, l’intrusione di un malintenzionato nella pieve parrocchiale dedicata ai Santi Pietro e Paolo Apostoli. Erano da poco passate le cinque quando - in base a quanto denunciato ieri mattina dal sacerdote ai carabinieri di Oppeano - il parroco, dalla camera da letto della canonica, a fianco della chiesa, ha sentito dei colpi forti provenire dal cortiletto interno del complesso parrocchiale, che sorge in via San Marco, alla periferia del paese. «Ho acceso la luce», racconta don Muraro, «e ho aperto la finestra sul retro dell’edificio per vedere da dove provenivano quei rumori. In quel momento ho visto uscire da sotto il portico un giovane vestito di scuro che, senza nemmeno voltarsi, è scappato a gambe levate, abbandonando sul posto gli arnesi da scasso». Nonostante il silenzio della notte sia stato squarciato dalle urla del sacerdote, il ladro non si è per nulla intimorito ed è riuscito a dileguarsi come se nulla fosse, scavalcando lo stesso muro di recinzione sul lato opposto alla canonica dal quale, probabilmente, si era introdotto nell’area parrocchiale. Don Muraro, dopo aver allertato le forze dell’ordine, è sceso quindi nel porticato che si affaccia sul cortiletto e ha rinvenuto, con sua meraviglia, il cacciavite ancora infilato nella porta laterale di accesso alla chiesa. A terra, inoltre, vi erano una testa di martello rotta e un piede di porco. «Il ladro», riferisce don Muraro, «ha provato a scassinare questa e un’altra porta che mettono in comunicazione il cortile con la parrocchiale. In entrambi i casi non è riuscito nel suo intento perché entrambi gli ingressi erano chiusi internamente con il catenaccio». Riguardo all’identità del malfattore, don Muraro rimarca: «Non sono riuscito a vederlo in volto, anche perché si deve essere accorto che avevo acceso la luce ed è rimasto quindi nascosto per un po’ sotto il portico prima di decidersi a scappare a gambe levate. Vista l’agilità con cui è fuggito era sicuramente giovane». Il parroco, che guida la comunità di destra Adige dal 2018 dopo essere subentrato a don Angelo Castelli, ha potuto così tirare un sospiro di sollievo per aver evitato l’intrusione nella chiesa ricostruita più volte nei secoli, l’ultima nel 1789. L’unico «danno collaterale» subito dal sacerdote, oltre al danneggiamento delle porte che il ladro intendeva forzare, è stato un brusco abbassamento di voce. «L’ho persa», confessa don Muraro, «mentre, affacciato alla finestra, urlavo all’intruso di fermarsi mentre fuggiva». Il parroco ha informato immediatamente i parrocchiani dell’accaduto, pubblicando sulla pagina Facebook dell’ente religioso un messaggio con cui ha reso noto il tentativo di furto, corredato da una foto dell’ingresso danneggiato. In questo modo ha suscitato reazioni di stupore, ma anche di sdegno e preoccupazione tra i fedeli per quanto sarebbe potuto accadere se il colpo fosse andato a buon fine. •

Fabio Tomelleri

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